[18/11/2008] Comunicati

Il quarto rapporto Ipcc, questo sconosciuto (8)

FIRENZE. Che cosa sta succedendo, quali sono le cause, che cosa avverrà in futuro, quali azioni possono essere compiute per mitigare il surriscaldamento o adattarsi ad esso. Questo è lo schema fondante dei quattro capitoli del quarto rapporto Ipcc.

Abbiamo quindi visto che cosa sta succedendo: le temperature medie sono innegabilmente in crescita, soprattutto va ripetuto quanto avvenuto nel secolo passato (periodo 1906-2005) durante il quale l’incremento è stato da 0,56 a 0,92° C. La causa di ciò va ricercata in una concomitanza di fattori naturali (principalmente il ruolo del sole) e antropogenici: ciò che è ancora da chiarire è soprattutto quanto il forcing antropogenico si stia sovrapponendo ai forcing naturali, ma come abbiamo visto gli elementi che spingono verso un ruolo antropico significativo (forse preponderante) sono molti, concordanti e in costante aumento.

Come già scritto, il secondo capitolo del quarto rapporto si chiude con la constatazione di come sia «probabile (likely, ovvero probabilità superiore al 66%) che sia avvenuto un riscaldamento significativo di origine antropogenica negli ultimi 50 anni su tutti i continenti, eccetto l’Antartide». E’ inoltre annotato come «la gran parte dei cambiamenti osservati nelle temperature medie dalla metà del ventesimo secolo è molto probabilmente (very likely, probabilità superiore al 90%) dovuta all’incremento osservato delle concentrazioni dei gas serra antropici».

Le previsioni per il futuro comportamento del sistema climatico costituiscono il focus del terzo capitolo del quarto rapporto. Appare chiaro come, in assenza di precise percentuali di significatività del forcing antropico e di quelli naturali, la metodologia adottata è necessariamente improntata alla produzione di scenari, corrispondenti alle possibili evoluzioni del clima associate a diverse ipotesi di significatività della forzante antropica.

Come vedremo poi, questi scenari di matrice puramente “climatologica” verranno confrontati e integrati con scenari legati alla possibile evoluzione dell’economia e della società umana, soprattutto in funzione di un maggiore o minore utilizzo di fonti energetiche climalteranti e, in generale, di un maggiore o minore orientamento dello sviluppo umano in direzione della sostenibilità. Ciò che si otterrà, come vedremo nei prossimi giorni, saranno appunto scenari (probabilistici) globali che ipotizzeranno il comportamento del clima futuro, fino in certi casi al 2100.

Andiamo quindi ad analizzare il primo tipo di scenari, e cioè quelli associati alla sola emissione di gas climalteranti in atmosfera: come si noterà, da ora in poi nel quarto rapporto saranno sempre meno le valutazioni quantitative riguardo alla probabilità degli eventi ipotizzati (es. le affermazioni la cui attendibilità è stimata tramite avverbi tipo “likely”, “very likely” ecc.), e sempre più le affermazioni probabilistiche di tipo qualitativo, come ad esempio quella con cui si apre il terzo capitolo: «esiste forte accordo e ampia evidenza («high agreement and much evidence», traducibile anche come “ampio accordo e forti prove”) che, con le correnti politiche di mitigazione e le associate pratiche di sviluppo sostenibile, le emissioni globali di gas serra continueranno a crescere nelle prossime decadi».

Nell’immagine sono evidenziati con linee colorate i diversi scenari (B1, A1T eccetera) relativi alle sole emissioni di gas serra da oggi al 2100. La campitura evidenziata in grigio invece, rappresenta il range di maggiore probabilità (80%) per i possibili scenari di emissione che erano stati ipotizzati in un documento presentato dall’Ipcc stesso nel 2000, al di fuori dei quattro rapporti sul clima propriamente detti, e cioè il cosiddetto “Sres” (Special report on emission scenarios). Le due linee grigie tratteggiate in grigio rappresentano i valori massimi e minimi di emissioni future ipotizzati dal Sres report (e dai modelli prodotti successivamente ad esso prima della pubblicazione del quarto rapporto Ipcc), caratterizzati da una minore probabilità di avverarsi rispetto alla campitura in grigio.

Come si vede, escludendo questi ultimi casi limite si nota che gli scenari di emissione adottati nel quarto rapporto Ipcc ricalchino in buona parte quelli già prodotti nell’anno 2000, e prevedano tutti una iniziale crescita delle emissioni (almeno fino al 2040-2050) dalle attuali circa 40 gigatonnellate di CO2 equivalente: la differenza evidente sta nel fatto che, mentre alcuni scenari (es. A2, B2) prevedono una crescita costante, altri ipotizzano una prima fase di crescita seguita però da un picco e da una successiva diminuizione delle emissioni fino - in certi casi - a valori inferiori allo stato attuale, intorno a 25-30 Gt CO2 eq./anno.

Vedremo nei prossimi giorni quali conseguenze climatiche possano avere gli scenari di emissione ipotizzati, e anche quali caratteri socio-economici siano stati presi come modello nella predisposizione dei diversi scenari.

(8 – continua)

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