[13/11/2008] Urbanistica

Palazzo Vecchio a prova di terremoto

FIRENZE. Gli amministratori fiorentini possono stare tranquilli: Palazzo Vecchio è a prova di terremoto. A meno che non si verifichino eventi catastrofici. Questa una delle prime anticipazioni della ricerca sul rischio sismico dei principali monumenti del centro effettuata congiuntamente dal servizio geologico del comune e dal dipartimento di Scienze della terra dell´Università di Firenze.

Il monitoraggio su Palazzo Vecchio rientra in uno degli studi originati dalla ricerca sulla sismicità dell´area fiorentina che ha dato “vita” alla carta sismica del territorio comunale in cui è stato confermato che il territorio comunale non presenta un elevato rischio sismico, e ha approfondito l´effetto dei terremoti sulla base della diversa caratteristiche del sottosuolo. In sintesi il territorio è stato suddiviso in microzone ed è stato elaborato un modello con cui, sulla base della tipologia del terreno, si può calcolare l´amplificazione sismica, cioè quel fenomeno che determina una intensificazione del terremoto a causa della diversa composizione del sottosuolo creando una sorta di effetto risonanza.

La ricerca ha individuato l’area compresa fra le Cascine, la stazione e viale Redi, a rischio per l´effetto di amplificazione. Queste anticipazioni sono state illustrate dagli assessori all´urbanistica Gianni Biagi e ai lavori pubblici Paolo Coggiola, da Pietro Rubellini responsabile del servizio geologico comunale, da Massimo Coli e Maurizio Ripepe docenti presso il Dipartimento di Scienze della Terra. «Palazzo Vecchio risulta insensibile all´effetto di amplificazione sismica - ha spiegato Ripepe - e quindi da questo punto di vista esiste un largo margine di sicurezza sulla stabilità dell´edificio che, per le sue caratteristiche strutturali, riesce a contrastare in modo efficace il fenomeno. Ovviamente questo non vuol dire che Palazzo Vecchio è al sicuro da qualsiasi evento sismico: se si verificasse un terremoto di elevata potenza, anche Palazzo Vecchio potrebbe avere qualche conseguenza. Ma non sicuramente per l´effetto di amplificazione».

Pare tra l’altro che non ci sia nemmeno il rischio di lesioni che potrebbero, danneggiare gli affreschi o le altre opere d´arte del palazzo. Ora lo studio continuerà e i sismometri saranno spostati in Duomo. «Abbiamo elaborato un progetto specifico per il monitoraggio della cattedrale per il quale abbiamo chiesto fondi all´Ente Cassa- ha informato Coli - e abbiamo già preso contatti con l´Opera del Duomo e la Soprintendenza» Ma il progetto complessivo ha obiettivi più ampi «L´obiettivo - ha aggiunto Ripete - è collocare 50-60 sismometri in punti chiave del territorio comunale creando una rete di monitoraggio per verificare l´effetto di amplificazione sismica. Questa rete ci consentirà in caso di terremoto, anche se avvenuto a migliaia e migliaia di chilometri, di misurare un eventuale fenomeno di amplificazione. E con questi dati potremo valutare il reale rischio per le varie zone del territorio cittadino».

Gli assessori Biagi e Coggiola si sono poi soffermati sull’importanza della collaborazione con l’università che va al di là degli aspetti squisitamente tecnici «La collaborazione con l´università degli studi di Firenze, a parte gli importanti risultati scientifici e tecnici conseguiti, ha permesso il raggiungimento di un obiettivo politico di grande livello che potremmo definire di ´conoscenza democratica´ - ha evidenziato l´assessore Coggiola - Dal 2001 abbiamo infatti costruito un data base e un sistema informativo sul sottosuolo fiorentino, una conoscenza che è patrimonio di tutti, dei professionisti, dei semplici cittadini, degli amministratori o degli scienziati che conseguentemente possono conoscere, impostare e progettare i processi di sviluppo ognuno per il suo ruolo ma con il medesimo livello di correttezza e precisione» e Biagi ha aggiunto «Adesso il sottosuolo è conosciuto e analizzato in modo puntuale rientrando a pieno titolo all´interno del quadro conoscitivo del Piano Strutturale».

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