[13/11/2008] Acqua

Arezzo: inquinamento da idrocarburi nell´area cave di Quarata

AREZZO. Non è allerta, ma stato di attenzione sicuramente sì per l’inquinamento da idrocarburi nell’area cave di Quarata. L’amministrazione comunale di concerto con altri enti competenti ha posto falde e pozzi sotto controllo, ha previsto autobotti per la fase di emergenza, e il collegamento alla rete acquedottistica quale soluzione definitiva. «Queste -dichiarano gli assessori Roberto Banchetti e Franco Dringoli – sono le azioni del comune di Arezzo per la zona delle cave di Quarata. E’ attivo da anni il ‘progetto controllo cave’ – spiega Banchetti- e in quest’area sono impegnati comune, provincia, Asl e Arpat. Sono state individuate concentrazioni anomale di idrocarburi tali da rendere il sito non contaminato ma potenzialmente tale. In altre parole siamo arrivati alla soglia dell’attenzione. Arpat ha ripetutamente eseguito controlli che hanno portato alla prescrizione dell’Asl 8 di vietare l’uso potabile dell’acqua e alle ordinanze comunali di settembre ma contemporaneamente escluso la presenza degli idrocarburi più pericolosi e soprattutto di metalli pesanti quali arsenico e vanadio. Per maggiore sicurezza- continua l’assessore all’ambiente- Arpat ha fatto eseguire le ultime analisi nel laboratorio Arpat di Grosseto specializzato per i metalli. Non solo in questi mesi ma in questi anni c’è stato un monitoraggio costante del triangolo delle cave» prova a rassicurare l’assessore.
Intanto la provincia insieme all’agenzia per l’ambiente si attiverà per individuare i responsabili della contaminazione riscontrata e quando sarà formalmente accertata, chi ha causato l’inquinamento sarà chiamato a provvedere alla bonifica dell’area.

Visto che l’acqua non è potabile rimane una forte criticità per l’approvvigionamento idrico: «Da qui –prosegue Banchetti- la decisione dell’amministrazione di dare risposte che possano risolvere l’emergenza ma che, soprattutto, possano garantire un regolare e sicuro approvvigionamento di acqua alle famiglie della zona. Nell’immediato provvederemo con autobotti che porteranno acqua potabile ai singoli depositi. Stiamo facendo anche un censimento dei nuclei familiari non allacciati all’acquedotto pubblico per verificare l’eventuale necessità di ulteriori piccoli depositi». Ma della soluzione definitiva, insieme naturalmente alla bonifica, ha parlato l’assessore Dringoli «La soluzione scelta, con Aato 4 e Nuove Acque, è quella di collegare le abitazioni che finora attingevano da pozzi, alla rete acquedottistica pubblica. Stiamo discutendo il progetto anche con i cittadini interessati e abbiamo ipotizzato una soluzione che sia in grado di portare l’acqua in una serie di località della zona. In modo particolare Ortali, Palazzetto, Il Sorbo e Podere Castigli nonché in tratti mancanti lungo la strada provinciale Setteponti e lo stradone di Campoluci. È un intervento complesso- ha concluso l’assessore- la cui progettualità è in fase di definizione e il cui costo oscillerà tra i 300.000 e i 400.000 euro».

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