[13/11/2008] Acqua

Servizio idrico toscano: proseguono i lavori in Commissione

FIRENZE. La tariffa non basta più per sostenere gestione e investimenti nel servizio idrico integrato. Ieri anche greenreport ne ha parlato in relazione alla depurazione e oggi il tema è stato il filo conduttore degli interventi in commissione Territorio e ambiente (dove sta proseguendo l’indagine conoscitiva sul SII) da parte di Autorità di ambito territoriale ottimale e società di gestione. Da un lato i cambiamenti climatici ed emergenze idriche diffuse si aggiungono ai problemi “incancreniti” nel tempo e che richiederebbero interventi infrastrutturali, dall’altro le banche non concedono più credito, a fronte di Piani d’ambito che prevedono rientri molto dilazionati nel tempo. In più ci sono gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale (di cui abbiamo parlato ieri ndr).

«La tariffa non basta a coprire gli investimenti necessari – riassume il presidente della commissione, Erasmo D’Angelis (Pd) – Le emergenze del territorio aumentano e non è più pensabile farvi fronte solo con aumenti generalizzati nelle tariffe che pagano i cittadini. La situazione sta diventando esplosiva e richiede risposte urgenti». In commissione sono stati ascoltati tutti i gestori e tutte le autorità di ambito toscane, compreso il Coordinamento toscano e l’Associazione nazionale delle Autorità di ambito, presieduti rispettivamente da Carla Guidi e Luciano Baggiani. «Dal 2002 al 2006 la tariffa media in Italia è aumentata del 47%, e il dato toscano è in linea con questo – ha affermato Baggiani – Se servono più risorse, è arrivato il momento di porsi il problema della sostenibilità della tariffa, che fra l’altro deve anche garantire agevolazioni per le fasce deboli». Molte le osservazioni e le domande venute dai membri della commissione. «Se è chiaro che la tariffa non basta più a sostenere gli investimenti, dall’autorità pubblica dovrebbe partire un forte appello per far ricorso alla fiscalità generale- ha dichiarato Monica Sgherri (Prc)- inoltre su un settore così delicato serve trasparenza: non dovrebbe mai mancare l’indirizzo e il controllo in sede pubblica da parte dei Consigli comunali». Con probabile riferimento a quanto accaduto nell’Ato 3 Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) ha affermato: «I precedenti piani di ambito avevano sovrastimato i consumi e quindi ora i conguagli aumentano, ma non si possono far pagare ai cittadini, adesso, gli errori fatti in passato dalla politica». A chiusura dei lavori particolare la proposta di Ardelio Pellegrinotti (Pd) che chiede di “regionalizzare” il metodo normalizzato per la determinazione delle tariffe, introducendo elementi che tengano conto della situazione territoriale.

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