[12/11/2008] Energia

Il futuro energetico del World energy outlook (Iea): petrolio scarso e costoso, emissioni da ridurre

LIVORNO. Il World energy outlook 2008 (Weo) dell´International energy agency (Iea) parte da alcune domande scomode e da risposte che disegnano uno scenari dell´energia e del cambiamento climatico ancora più preoccupante di quanto si pensasse.

Il Weo si concentra sulle due questioni più urgenti. Le prospettive per il petrolio e il gas: quanto petrolio e gas esiste e quanto ne può essere prodotto? Sono disponibili investimenti adeguati? Scenari climatici per il post-2012: quali valori massimi per le emissioni potrebbero emergere dai negoziati in corso sul cambiamento climatico? Quale ruolo possono avere il cap-and-trade e gli approcci settoriali per l´energia a basse emissioni del futuro?

Il rapporto propone due diversi scenari: in uno la concentrazione in atmosfera delle emissioni è stabilizzata a 550 parti per milione (ppm) di CO2, nell´altro scende a 450ppm, analizzando le implicazioni su domanda energetica, prezzi, investimenti, inquinamento dell´aria e sicurezza energetica che comportano. «Questa pioneristica analisi – dice l´Iea – consentirà ai responsabili politici di distillare le scelte chiave per sostenere lo sforzo per raggiungere un accordo a Copenaghen nel 2009 sul post-Kyoto climate frame work».

Nel presentare il Weo oggi a Londra, Nabuo Tanaka, direttore esecutivo dell´Iea, ha detto: «Non possiamo lasciare che la crisi finanziaria ed economica ritardi l´azione politica che è urgentemente necessaria per garantire le forniture energetiche e limitare l´aumento di emissioni di gas serra. Dobbiamo fare una global energy revolution aumentando l´efficienza energetica, ed incrementando lo sviluppo di low-carbon energy»

La scenario di riferimento del WEO-2008, spiega che se non si assumono nuove politiche, la domanda di energia mondiale crescerà dell´1.6% all´anno dal 2006 al 030, un incremento del 45%. Una crescita più lenta rispetto alle proiezioni del 2007, dovuta soprattutto al rallentamento della crescita globale, alle prospettive di aumento dei prezzi dell´energia e di alcune nuove iniziative politiche di riduzione dei consumi.

La domanda di petrolio aumenterà dagli 85 milioni di barili al giorno attuali ai 106 mb/g nel 2030, 10 mb/g in meno che delle previsioni del Weo2007.

A crescere di più in assoluto sarà pero la domanda di carbone arrivando ad oltre un terzo della domanda energetica.

Le energie rinnovabili cresceranno più rapidamente, superando il gas come seconda fonte per l´energia elettrica dopo il 2010. Cina ed India rappresenteranno oltre la metà di domanda energetica entro il 2030, mentre il Medio Oriente emerge come un importante centro di domanda.

Nel 2030 l´energia consumata dalle città salirà dagli attuali due terzi del totale ai tre quarti. Quasi tutto l´aumento dei consumi energetici e dell´uso di combustibili fossili avverrà nei Paesi non Ocse. Un trend che richiederà investimenti suppletivi di 26, 3 trilioni di dollari entro il 2030, più di un trilione all´anno. Una montagna di denaro che potrebbe non essere disponibile e uno spostamento di finanziamenti che potrebbe soffocare la crescita economica.

«Le attuali tendenze nei settori delle forniture e del consumo energetici sono palesemente insostenibili, ambientalmente, economicamente e socialmente – ha detto Tanaka – possono e devono essere modificate. L´aumento delle importazioni di petrolio e gas nella zona Ocse e nell´Asia in sviluppo, insieme alla crescente concentrazione della produzione in un numero ristretto di Paesi, farebbero aumentare la nostra suscettibilità all´interruzione delle forniture ed alle forti impennate dei prezzi. Allo stesso tempo, le emissioni di gas serra verrebbero spinte inesorabilmente verso l´alto, mettendo il mondo sulla strada di una eventuale aumento globale della temperatura di 6 gradi».

Secondo il Weo 2008 il petrolio resterà per ancora molti anni la principale fonte di energia, anche prendendo in esame le previsioni più ottimistiche di sviluppo di tecnologie alternative. Ma quali saranno i costi che i consumatori dovranno pagare per l´oro nero è una cosa che rimane estremamente incerta anche per la Iea: «Una cosa è certa – ha detto Tanaka – Mentre gli equilibri del mercato rimarranno volatili, l´era del petrolio a buon mercato è finita».

Secondo il Weo2008 un´altra cosa è certa: petrolio e gas saranno sempre più costosi da estrarre e non è detto che le multinazionali e gli stati siano disposti ad investire in nuove tecnologie costosissime, mentre il petrolio facile da estrarre a basso costo scarseggerà sempre di più. Si punterà quindi ad accelerare la produzione dei singoli giacimenti, ma le tendenze registrate sugli 800 maggiori impianti petroliferi sono già oggi al ribasso e potrebbero aumentare significativamente (dal 6,7% all´(,6%) entro il 2030. Anche se la domanda rimanesse quella odierna, entro il 2030 ci sarebbe bisogno di 45 mb/g circa 4 volte l´attuale produzione dell´Arabia Saudita.

Il Weo2008 analizza anche le azioni politiche necessarie per il post-2012 per contrastare davvero il cambiamento climatico. Il rapporto prevede un approccio politi "ibrido", che comprende una possibile combinazione di commercio di quote di emissioni, accordi settoriali e misure nazionali. Proseguendo le attuali tendenze di emissioni di CO2 dovrebbero aumentare del 45% tra il 2006 and 2030, arrivando a 41 Giga-tonnellate. I tre quarti dell´incremento avverrà in Cina, India e Medio Oriente, il 97% nei Paesi non Ocse.

Per produrre davvero energia a basse emissioni, nella quale l´Iea include idroelettrico, nucleare, biomasse, alter rinnovabili e centrali a combustibili fossili attrezzate con carbon capture and storage (Ccs), il mix di energie alternative dovrebbe crescere dal 19% del 2006 al 26% nel 2030. Sono necessari 4, 1 trilloni di dolari di investimenti, cioè lo 0,.2% del Pil mondiale annuale, mentre, 17 dollari pro-capite all´anno e puntando anche sul risparmio energetico e sull´efficienza di macchine, edifici ed elettronica di consumo si potrebbe risparmiare più di 7 tilioni di dollari.

Se invece si volesse accogliere la necessaria sfida di non far innalzare la temperatura del pianeta di più di 2 gradi, e di arrivare ad un massimo di concentrazione di 450 ppm di CO", occorrerebbe attuare un forte calo di emissioni entro il 2020 (sul modello del pacchetto europeo) e fermarsi a 26 Gt nel 2030.

«C´è bisogno di un´azione concertata tra i maggiori emettitori spiega Tanaka – La nostra analisi dimostra chei Paesi Ocse da soli non possono mettere il mondo sulla traiettoria dei 450-ppm, anche se riducessero le loro emissioni a zero. Il raggiungimento di un tale risultato richiede un rapido aumento dell´utilizzo di energia a basse emissioni, per raggiungere il 36% del mix di energia primaria globale nel 2030. In questo caso gli investimenti globali energetici sarebbero superiori: 9,3 trilioni (lo 0.6% del Pil mondiale annuo); il risparmio totale di carburante totale di 5,8 trilioni».

Secondo il Weo2008 le misure per contenere le emissioni di gas serra contribuiranno a migliorare la sicurezza energetica attraverso la riduzione dei combustibili fossili, ma questo non farà comunque calare il consumo di petrolio: anche nello scenario più virtuoso la richiesta di greggio nel 2030 sarà di 12mb/g più di oggi. Insomma, se il settore petrolifero, i governi e le imprese non si danno una regolata, il picco del petrolio rischia di essere una voragine che inghiotte ambiente, futuro e benessere.

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