[11/11/2008] Energia

Alternativa energetica

ROMA. È stato presentato questa mattina a Roma il «Comitato per un’alternativa energetica» che nascerà ufficialmente sabato prossimo, 15 novembre, a Caorso. Con due obiettivi capaci di traghettare l’Italia dall’era del petrolio e dei combustibili fossili all’era dell’energia «carbon free». I due obiettivi possono essere sintetizzati il primo in un secco sì e il secondo in un rotondo no. Il primo obiettivo è dire un sì forte e chiaro alle fonti rinnovabili di energia (eolico e solare, in primo luogo) e al risparmio energetico. Sì a un progetto di sviluppo del paese analogo a quello proposto da Barack Obama negli Stati Uniti e da Gordon Brown in Gran Bretagna, fondato sul cambio di paradigma energetico e sull’innovazione tecnologica, capace di rilanciare in maniera sostenibile l’economia e di dare lavoro qualificato a decine di migliaia di giovani.

Il risparmio è la prima fonte di energia cui attingere. Si calcola – dice il Comitato – che metà dei consumi energetici italiani siano null’altro che sprechi evitabili. Appunto, evitiamo questi sprechi e avremo trovato una fonte capace di soddisfare metà dell’attuale domanda di energia italiana. Non è una fuga in avanti. È un’opzione scelta dalle economie più avanzate. L’Europa ci chiede – ci imporrà tra poco – di risparmiare il 20% dell’energia entro il 2020. La California ha deciso che tutte le nuove abitazioni, a partire dal 2020, dovranno essere a consumi zero di energia. E Barack Obama vorrebbe estendere il provvedimento agli interi Stati Uniti, sia pure con tempi un po’ più rilassati. Anche in Europa - dalla Germania alla Gran Bretagna – ci sono progetti già in atto che hanno obiettivi analoghi. Produrre più tecnologie (anche da esportare) per risparmiare energia.

L’energia che non può essere risparmiata dovrà attingere a fonti rinnovabili e «carbon free», che non producono carbonio. Sviluppare dunque l’eolico e il solare. Come già stanno facendo in Germania, in Spagna, nei paesi Scandinavi, nella stessa Gran Bretagna. In California. È una partita ecologica ed economica insieme. Chi avrà le migliori tecnologie sarà (è già) più competitivo in un mondo che “deve” cambiare il suo paradigma energetico.

Una politica così fondata, in cui si investe molto (Obama conta di investire 150 miliardi di dollari per lo sviluppo delle energie rinnovabili) per ottenere moltissimo (Obama conta di ottenere 5 milioni di nuovi posti di lavoro) può anche dire un rotondo no. No al nucleare – dice il Comitato – e al progetto del governo Berlusconi di rilanciarlo perché l’uranio non è una fonte rinnovabile, perché non sono stati risolti i principali problemi legati all’atomo (scorie, proliferazione delle armi nucleari), perché non è una risposta immediata ai nostri problemi (un programma nucleare come quello del governo Berlusconi potrebbe iniziare a fornire energia – non più del 20% del fabbisogno attuale del paese - non prima di 15 anni) e perché in Italia, con la forte densità demografica e per la natura geofisica di gran parte del territorio – è pressoché impossibile trovare siti adatti.

L’appello per la formazione del Comitato è stato sottoscritto da parlamentari europei, come Vittorio Agnoletto, Giovanni Berlinguer, Umberto Guidoni, Roberto Musacchio; uomini di scienza come Marcello Cini, Margherita Hack, Gianni Mattioli, Giorgio Nebbia, Massimo Scalia, Gianni Silvestrini, Morando Soffritti; esponenti di altri mondi culturali come Dario Fo, Moni Ovadia, Dijana Pavlovic, Franca Rame: esponenti delle mondo associazioni come Lisa Clark, Andrea Baranes, Marco Bersani, Alfonso Navarra, Francesco Vignarca, Alex Zanotelli. Ha aderito anche chi scrive.

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