[10/11/2008] Energia

Energia, territorio, ambiente e occupazione in Toscana

FIRENZE. In materia di diversificazione energetica prevista dal PIER della Regione Toscana, va ricordato che per la diversificazione delle fonti di fornitura del gas naturale, occorrono indirizzi chiari in materia di (a) procedure certe ed unitarie di Valutazione Strategica dal punto di vista ambientale. Ciò riguarda in particolare gli impatti ambientali non trascurabili di alcune opzioni previste dal piano (metanodotto GALSI, rigassificatore OLT, potenziamento della geotermia) per i quali occorre procedere, oltre ad una adeguata mitigazione dei medesimi, ad una completa ed esauriente informazione ai cittadini secondo quanto previsto dalle normative regionali ed europee.

In materia di (b) programmazione socio-economica, vanno considerate tutte le opzioni (compresa quella zero) a cui sottoporre tutte le iniziative pubbliche, private e a partecipazione statale o europea, attraverso una procedura “istruttoria” che permetta di fissare parametri certi per tutti i siti evitando che le scelte dipendano solo dalle minori o maggiori “resistenze” locali. Per il (c) risparmio energetico e gli investimenti pubblici (senza i quali nessun privato investirà in questo settore) in fonti energetiche rinnovabili (solare termico e termodinamico, fotovoltaico, eolico, biomasse, ecc.) oltre la quota assicurata in geotermia. (d) Nell’uso razionale delle diverse forme di energia disponibili occorrono metodologie di attenta valutazione delle linee di tendenza della domanda su cui costruire una programmazione efficace. In materia di (e) programmazione territoriale, per promuovere e favorire una serie di interventi, anche di piccola entità e vicini all’utenza, per fornire energia prodotta o risparmiata senza che il territorio subisca impatti di rilievo, è necessario che la programmazione energetica sia coordinata e integrata con quella economica, quella ambientale e territoriale. Ciò anche al fine di determinare i costi ambientali, sociali ed economici dal punto di vista della sostenibilità delle prospettive di sviluppo della diversificazione energetica delle fonti (offerta) e dei fabbisogni (domanda) anche in termini occupazionali.

Questione specifica, ma fondamentale, riguarda i Comuni rispetto ai quali vi è la necessità urgente di mettere a verifica i consumi, i modi di combustione e inquinamento collegati alle “grandi centrali suddivise” costituite dai riscaldamenti urbani nei confronti di altri metodi pensando anche ad altre possibilità quali cogenerazione e rigenerazione; tutto questo al fine di promuovere un modello di produzione energetica diffusa come caposaldo fondamentale di un futuro sostenibile, in grado di contrastare e contribuire a riorientare la politica di ENEL contraddistinta dai “grandi impianti”. Questa politica va sostenuta a tutti i livelli: economico, finanziario e normativo anche per iter autorizzativi semplificati. Il che si traduce anche nella capacità di rendersi meno dipendenti da importazioni energetiche. Infine va affrontato senza indugi, in questa fase di grave recessione se non di vera e proprio arretramento economico e sociale, il tema dell’occupazione ponendo alcune condizioni di fondo irrinunciabili: che l’impianto energetico oggetto di valutazione sia dotato di un piano industriale adeguato anche in termini di ricadute energetiche ed occupazionali locali; che l’acquisizione di nuove fonti energetiche favorisca un processo di conversione delle centrali esistenti ad olio combustibile, sia in termini ambientali che di mantenimento dei livelli occupazionali; che queste strategie debbano essere sempre collegate ad un forte impulso alla ricerca anche in termini di ricadute sul sistema produttivo toscano.

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