[02/05/2006] Energia

A Chernobyl plutonio 1 milione di volte sopra il limite accettabile

ROMA. 100.000 curie di plutonio per ettaro, quando il limite di sicurezza è di 0,1 curie. Un milione di volte più del tollerabile. E’ questo il dato più allarmante emerso durante la missione di Legambiente a Chernobyl appena conclusa: organizzata in occasione del ventennale del disastro, l´associazione ambientalista ha visitato la centrale nucleare e incontrato i tecnici che ci lavorano.
Il viaggio di Legambiente è stata anche l´occasione per incontrare gli ex-liquidatori, che nel 1986 hanno prestato servizio subito dopo l´esplosione. Verificare i progetti messi in campo per la sostituzione del vecchio e decadente sarcofago insieme agli scienziati degli istituti ucraini di geochimica dell´ambiente e di Scienza della terra. Incontrare la popolazione tornata nelle proprie abitazioni nonostante i livelli di contaminazione siano ancora alti.

«La situazione, nel suo complesso, è allarmante – denuncia Angelo Gentili, responsabile del Progetto Chernobyl di Legambiente – a cominciare dalla struttura che copre il reattore: una bomba ad orologeria. I danni riportati dal sarcofago (nella foto), a causa di venti anni di usura, sono sempre maggiori. Così come è inspiegabile il silenzio e l´impasse della comunità internazionale. Le popolazioni sono abbandonate a se stesse e non è sufficiente il lavoro di cooperazione che centinaia di associazioni e ong, come la nostra, portano avanti da anni». Sulle questioni della messa in sicurezza del sito e dello stato di contaminazione radioattiva, Legambiente ha incontrato a Kiev il professor Sobotovich, direttore dell´istituto ucraino di geochimica dell’ambiente, e il professor Shestopalov, specialista in idrogeologia, titolare della cattedra di scienze della terra presso l’Accademia nazionale della scienza ed esperto di gestione delle scorie radioattive e degli impianti di stoccaggio.

Per la prima volta è stata rilevata un’altissima concentrazione di plutonio, presente in un valore di 100.000 curie per ettaro. Un’enormità se si considera che il limite di sicurezza è attestato intorno allo 0,1 curie per ettaro. Altamente diffuso nei 900 km quadrati dell´area chiusa, la presenza del metallo radioattivo è fino a un milione di volte superiore alla soglia di tollerabilità. Un elemento che in conseguenza al suo decadimento si trasforma in americio (Am), fortemente tossico e ancora più pericoloso perché solubile. Questa alta concentrazione, secondo le previsioni degli scienziati, impedirebbe l´utilizzo del suolo per altri 200mila anni. A preoccupare sono anche il cesio 137 e lo stronzio. Il primo, secondo le analisi rese note dal governo ucraino, sembrerebbe arrivato a una profondità nel terreno di 30 metri. I due scienziati incontrati da Legambiente lo hanno rilevato a 80 metri di profondità durante gli scavi per la metropolitana di Kiev. Responsabile sarebbe la morfologia del terreno ucraino, volgarmente definito «grasso», che contrariamente a quello argilloso non trattiene le particelle, favorendo l´inquinamento dell´ecosistema. Per quanto riguarda invece lo stronzio, che può provocare gravi danni alle ossa (incluso il cancro), si stima un periodo di decontaminazione del suolo di 150 anni. Questo metallo è inoltre facilmente trasportabile dalle acque: «In totale – hanno affermato i due esperti – si calcola che per tutti i fattori di radioattività, secondo l´ultima indagine effettuata nel 2005 nei fiumi e nei bacini idrici dell´area contaminata, si trovano oltre 5.000 curie».

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