[04/11/2008] Parchi

La sistemazione degli argini del fiume Elsa fa bene alla rondine ´riparia´

FIRENZE. Il Consorzio di bonifica per la difesa del suolo e la tutela dell´ambiente della Toscana Centrale, ha effettuato un primo intervento nel comprensorio n.21, quello della Val d’Elsa, sulla sponda destra del fiume a valle della traversa di Dogana (nei pressi della foce del rio delle Lame), nel comune di Castelfiorentino. Intervento tra l’altro particolare che sintetizza quella che dovrebbe essere la nuova vocazione dei Consorzi stessi: enti con competenze di salvaguardia e gestione degli ecosistemi fluviali, in cui sicurezza del territorio e qualità dell’ambiente vanno di pari passo.

Nel caso specifico il Consorzio ha progettato e portato a termine un intervento di stabilizzazione contro l’erosione di un tratto di riva del fiume Elsa, dove la sponda si presenta come un’alta scogliera ricca di fori e di aperture che costituiscono l’habitat privilegiato di una particolare specie di rondine: «Si chiama Riparia riparia - spiega Alessandro Sacchetti del Centro ornitologico toscano - un nome che la dice lunga sulla natura e le abitudini di questa piccola rondine, che dopo aver percorso migliaia di chilometri in volo attraverso l´Africa e il Mediterraneo, torna ad ogni primavera al luogo di origine: la “ripa” del fiume. In ogni cunicolo scavato nella sabbia dagli adulti, appaiono ogni anno una nidiata di piccoli rondinotti, come fossero tanti topolini che escono dalla tana. Da qui il significato del nome italiano di “topino”: non di mammifero si tratta, ma di una rondine vera e propria dai colori bruno pastello - continua l’ornitologo - gli stessi delle pareti sabbiose degli argini, e per questo quasi mimetica. Un volatore straordinario con la capacità tipica di questa famiglia di catturare le prede al volo, attività che viene svolta in continuazione, dall´alba al tramonto, partecipando così attivamente a contenere il numero di insetti».

La Riparia riparia è specie protetta ed arricchisce la biodiversità ornitologica «come spesso accade per le specie misconosciute - prosegue Sacchetti - ci si potrebbe chiedere quale utilità riveste nell´ecologia una rondine dalle abitudini tanto bizzarre che appare a primavera da chissà quale confine subsahariano e che vola spedita verso il luogo d´origine, tracciando nell´aria un percorso sinuoso di migliaia di chilometri, un tracciato indelebilmente memorizzato durante il tragitto per arrivare ai quartieri invernali. Il topino è oltretutto una rondine socievole che vive in colonie di diversi individui, anche centinaia, con le cavità che spesso sono in comunicazione fra loro. Le colonie poi distribuite in maniera disomogenea nel territorio si mantengono in contatto e così facendo permettono quello scambio genetico indispensabile a mantenere sana la popolazione».

Ma è stato necessario mantenere l’ambiente naturale in cui la rondine sverna e qui l’utilità dell’intervento del Consorzio, che tramite suo progetto e realizzazione ha saputo conciliare le esigenze idrauliche e naturalistiche. In sintesi è stata inserita una protezione a scogliera, costituita da massi sciolti alla base della parete verticale formatasi in seguito all’azione erosiva del fiume Elsa, in modo che questa non rischi di crollare. La realizzazione del basamento in pietra è stata motivata sia dalla necessità di riduzione dell’impatto ambientale, sia e soprattutto, da un fattore idraulico: l’irregolarità del paramento contribuisce, infatti, alla regolazione della corrente. «Piccoli accorgimenti e modeste modifiche ai tradizionali sistemi di gestione del territorio- ha ripreso Sacchetti- bastano per permettere alla rondine riparia di ritrovare il proprio ambiente preferenziale ad ogni stagione riproduttiva. Ma si può fare di più: contribuire a conservare questi micro ambienti con azioni di tutela mirati alla loro protezione, anche laddove il rischio di distruzione è causato da fattori naturali». Ora il Consorzio di bonifica della Toscana Centrale, darà una mano attraverso il piano di conservazione del sito riproduttivo lungo il fiume Elsa, affinché le rondini possano trovare il loro rifugio intatto di anno in anno.

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