[04/11/2008] Rifiuti

L´amianto non è pericoloso?

ROMA. Gli oltre 120 paesi della Convenzione di Rotterdam non si sono trovati d´accordo sull´inserimento dell´amianto bianco dell´amianto bianco crisotilo e del pesticida endosulfan nella lista mondiale delle sostanze da tenere sotto controllo attraverso la Procedura di previo consenso informato (Pic), è stato incluso invece il pesticida tributil tin (Tbt).

Eppure, durante la conferenza tenutasi a Roma molti governi hanno espresso forte preoccupazione per la mancata inclusione dell´amianto crisotile nella lista Pic e l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ricordato che il crisotile è una sostanza cancerogena e che ogni anno nel mondo muoiono almeno 90 mila persone a causa di malattie derivanti dall´amianto come il cancro ai polmoni ed il mesotelioma.

L´amianto bianco crisotile è la forma più comunemente usata e rappresenta il 94% della produzione globale di amianto. È ancora ampiamente impiegato come cemento amianto in molti Paesi nei materiali da costruzione, per tubi e di lastre, e nella produzione di materiale per attutire l´attrito e nelle guarnizioni.

L´endosulfan è un pesticida largamente usato nel mondo, in particolare nella coltivazione del cotone. È pericoloso per l´ambiente e per la salute umana specialmente nei paesi in via di sviluppo dove non sono usate adeguate misure di protezione. Ma anche per questa sostanza è stato impossibile trovare un accordo: il cotone in tempo di crisi vale più della salute dei lavoratori agricoli.

La scelta di inserire nella Pic i composti Tbt è stata sicuramente più facile, visto che questi pesticidi usati nelle pitture antivegetative per gli scafi delle navi e tossici per pesci, molluschi ed altri organismi sono già vietati dall´Oganizzazione marittima internazionale.

Non è stato quindi accolto il monito del direttore esecutivo del Programma ambientale dell´Onu (Unep), Achim Steiner, «Appare ormai chiaro come l´impronta chimica delle nostre moderne economie si stia oggi espandendo a livello esponenziale. La transizione verso un´economia più verde ha molto a che fare con la responsabilità che noi tutti abbiamo in quanto società umana, in quanto governi e istituzioni internazionali che guardano a come l´uso di sostanze chimiche possa offrire strumenti allo sviluppo e non comprometterlo, men che meno attraverso l´impatto sulla salute e sull´ambiente».

La Fao, che ospitava la conferenza della Convenzione di Rotterdam, spiega che «Sono oggi presenti sul mercato circa 70.000 prodotti chimici, ed oltre 1.500 ne vengono introdotti ogni anno. Questo rende molto difficile a molti paesi monitorare e gestire le sostanze potenzialmente pericolose. Molti pesticidi che sono stati banditi o il cui uso è stato severamente ristretto nei paesi industrializzati, sono tuttora commercializzati ed usati in modo non sicuro nei paesi in via di sviluppo».

Ma evidentemente tutto quello che si sa sulla pericolosità di amianto ed endosulfan non basta e sembrano dichiarazioni vuote quelle riaffermate dalla conferenza «che i governi hanno l´obbligo di utilizzare il meccanismo di condivisione delle informazioni previsto dalla Convenzione per informare gli altri in merito alle loro decisioni a livello nazionale sull´importazione e la gestione di sostanze chimiche pericolose».

La Convenzione di Rotterdam prevede comunque che «l´esportazione di sostanze chimiche e di pesticidi contenuti nella lista Pic richiede un previo consenso informato da parte del paese importatore. Questo consente ai paesi in via di sviluppo, in particolare, di decidere quali pesticidi e sostanze chimiche potenzialmente nocive vogliono ricevere ed escludere quelle che non possono gestire con sicurezza. I paesi esportatori hanno la responsabilità di assicurare che nessuna esportazione lasci il proprio territorio se un paese importatore ha deciso di non accettare una determinata sostanza chimica».

Torna all'archivio