[31/10/2008] Parchi

Riduzione dei piccioni in città: per il Tar la caccia resta l´ultima scelta

LIVORNO. La popolazione di piccioni sul territorio comunale rappresenta un problema da affrontare da parte dei comuni, ma la caccia al colombo “inselvatichito” non rappresenta il metodo più adeguato o almeno il primo per contenere la specie. Lo afferma la legge sulla caccia – quella fra l’altro sottoposta a revisione – e lo ricorda la sentenza del Tribunale amministrativo del Veneto. Con sentenza di questo mese infatti il collegio annulla l’ordinanza del Comune di Ronco all’Adige che consentiva ai cacciatori di abbattere i colombi presenti sul territorio comunale in conformità con il calendario venatorio al fine di contenere la specie.

Grazie al microclima favorevole, all’abbondanza di cibo, alla facilità di reperirlo e alla scarsissima presenza di predatori naturali, il territorio comunale e sopratutto la città è un ambiente ecologico ideale per i piccioni torraioli o colombi. Questi volatili, caratterizzati da facilità di adattamento sono spesso ritenuti presenze scomode, inopportune e soprattutto poco igieniche per la salute umana e per l’ambiente.

Città, paesi e quartieri si scatenano quindi nella ricerca di un metodo per sbarazzarsi dei piccioni e molte amministrazioni si avvalgono ancora di soluzioni violente.

Esiste però una specifica disciplina per la tutela della fauna selvatica (l 157/92) e non è limitata soltanto alle specie propriamente selvatiche: è estesa anche ai piccioni “inselvatichiti” ossia quelli che di fatto hanno assunto un sistema di vita quanto meno simile a quello selvatico.

Addirittura la Corte di Cassazione nel 2004 riteneva il piccione di città un animale appartenente alla fauna selvatica. Infatti ha dichiarato che il colombo o piccione terraiolo doveva essere “incluso tra gli animali selvatici in quanto vive in stato di libertà naturale nel territorio nazionale, sicché ne è vietata la caccia o la cattura”. Ha precisato inoltre come la fauna diventi domestica “solo quando la sua condizione di vita è interamente governata dall’uomo in ordine ai profili riproduttivi, alimentari e abitativi. Sotto questo aspetto non può dirsi che il piccione terraiolo appartenga a una specie domestica, giacché pur vivendo in città – si riproduce e si alimenta e si ricovera in modo autonomo, indipendente dall’intervento umano”.

Dunque anche ai piccioni si applica il regime di contenimento proprio delle specie selvatiche. Un contenimento che secondo la legge deve attuarsi con metodi ecologici quale certamente non è la caccia.

Secondo la legge infatti l’uccisione attraverso armi da fuoco è prevedibile ma solo come soluzione finale o meglio quando i metodi ecologici siano stati accertati come inefficaci.

Solo qualora l’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) verifichi la non efficacia di tali metodi di contenimento numerico, le Province – fra l’altro e non i Comuni - possono autorizzare piani di abbattimento.

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