[30/10/2008] Acqua

Le depurazioni industriali passano agli Aato

FIRENZE. Con la proposta di legge di iniziativa della giunta regionale votata a maggioranza in commissione Territorio e ambiente (i consiglieri di centro destra assenti, favorevoli tutti i consiglieri di centro-sinistra con l’eccezione di Monica Sgherri di rifondazione comunista che si è astenuta) la depurazione industriale rientrerà nel servizio idrico integrato, come vuole la normativa nazionale (ma la materia sarà soggetta a nuove modifiche normative).

Saranno quindi le Autorità di ambito, e non più i comuni, a occuparsi degli atti di affidamento delle gestioni degli impianti di fognatura e depurazione di acque reflue industriali di proprietà pubblica, e potranno prorogare la scadenza degli affidamenti in essere se la specificità delle situazioni lo richiede per garantire economicità, efficacia ed efficienza.

La situazione in questo settore è peculiare: nei distretti gli impianti di proprietà pubblica sono gestiti da Consorzi misti pubblico-industriali e i costi delle depurazioni produttive non ricadono sulla generalità dei cittadini. Gli stessi investimenti per il miglioramento del sistema depurativo delle acque da restituire all’ambiente, sono pubblico privati: quelli in essere riguardano il distretto tessile pratese (29 milioni di euro), il distretto conciario di Santa Croce compreso il Polo Piaggio a Pontedera (98 milioni di euro), il distretto cartario di Capannori (37 milioni di euro).

Ma c’è chi non è completamente convinto che queste operazioni “convengano” pienamente al settore pubblico come ha sottolineato Monica Sgherri (Prc): «la consistenza degli interventi pubblici in questo settore è preponderante rispetto a quelli privati anche se poi la gestione è prevalentemente privata». Completamente convinti invece dell’opportunità del nuovo provvedimento legislativo Ardelio Pellegrinotti e Alfonso Lippi (Pd) che hanno sottolineato come la norma «da un lato vuole evitare che i costi delle depurazioni industriali ricadano sul servizio idrico nel suo complesso, dall’altro vuole impegnare i privati nel proseguimento degli investimenti in corso».

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