[29/10/2008] Parchi

In vigore da domani il nuovo regolamento Ue sulla pesca

LIVORNO. Il nuovo regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolata, entrerà in vigore da domani e dovrà essere applicato dagli Stati membri dal primo gennaio del 2010: è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale europea il nuovo regolamento che modifica tre regolamenti precedenti e ne abroga altri due, riempie le lacune sulla pesca illegale (Inn) e adotta nuove misure di regolamentazione che tengono conto di tutti gli aspetti del fenomeno fissandone le relative sanzioni. Vieta il commercio con la Comunità di prodotti della pesca provenienti dalla pesca Inn, istituisce un sistema di certificazione applicabile a tutti gli scambi di prodotti della pesca con la Comunità, subordina l’importazione e l’esportazioni di prodotti della pesca nella Comunità alla presentazione del certificato che ne dovrebbe attestare la legalità.

Con il nuovo regolamento la Comunità cerca di rafforzare la propria lotta contro la pesca illegale perché causa non soltanto di danni alla biodiversità marina, ma anche grandi perdite ai pescatori professionisti per “concorrenza sleale degli illegali”.

Le precedenti norme comunitarie infatti, istituiscono un sistema organico per il controllo della legalità delle catture praticate dai pescherecci comunitari. Però il sistema applicabile ai prodotti della pesca catturati da pescherecci di paesi terzi e importati nella Comunità non ha garantito un livello di controllo equivalente. Tale carenza costituisce un importante incentivo per gli operatori stranieri che praticano la pesca Inn a commercializzare i loro prodotti nella Comunità per accrescere la redditività delle loro attività.

Quindi proprio per cercare di garantire che i prodotti della pesca importati nel territorio Ue non provengano dalla pesca Inn, l’Europa istituisce un nuovo regime atto a garantire un controllo accurato della catena di approvvigionamento dei prodotti della pesca importati nella Comunità.
Quindi rafforza le norme comunitarie che disciplinano l’accesso dei pescherecci battenti bandiera di paesi terzi ai porti della Comunità. Richiede cioè che l’accesso ai porti della Comunità sia autorizzato solo per i pescherecci battenti bandiera di un paese terzo che sono in grado di fornire precise informazioni sulla legalità delle loro catture e di far convalidare tali informazioni dal loro Stato di bandiera. Autorizza infine le operazioni di trasbordo unicamente se effettuate nei porti designati degli Stati membri, nei porti dei paesi terzi fra pescherecci comunitari o fuori delle acque comunitarie fra pescherecci comunitari e pescherecci registrati come imbarcazioni a cura di un’organizzazione regionale di gestione della pesca. E tutto questo per evitare i trasbordi in mare che sfuggono al controllo degli Stati di bandiera e degli Stati costieri e rappresentano un espediente comunemente utilizzato per occultare le catture praticate illegalmente.

Il nuovo regolamento stabilisce poi le condizioni, la procedura e la frequenza secondo le quali gli Stati membri devono svolgere attività di controllo, ispezione e verifica, in base alla gestione del rischio. Istituisce oltre il sistema di certificazione, il sistema di allarme comunitario per consentire - se del caso - di divulgare informazioni quando sussistano dubbi fondati sul rispetto delle norme applicabili in materia di conservazione e di gestione. Perché la finalità del sistema di allarme è quello di assistere le autorità di controllo degli Stati membri incaricate di verificare la legalità dei prodotti della pesca scambiati con la Comunità e mettere in guardia gli operatori comunitari.

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