[27/10/2008] Rifiuti

Piccolo o grande? Nella gestione dei rifiuti la dimensione è relativa al flusso specifico

LIVORNO. "In Europa ci sono diversi paesi che hanno intuito per tempo la relazione tra una moderna gestione del ciclo dei rifiuti e le ricadute economiche e ora raccolgono i frutti di queste scelte strategiche", osserva Daniele Fortini, presidente Federambiente, citato oggi su Affari e Finanza di Repubblica. "In particolare, la spinta al cambiamento delle logiche è arrivato dalla normativa, poi le aziende si sono mosse per proprio conto, comprendendo le opportunità economiche sottese alla scelte etiche", aggiunge Fortini.

Il risultato è che in Germania oggi solo il 5% dei rifiuti finisce in discarica, mentre le utility locali guadagnano sul trattamento dei rifiuti che arrivano dall´estero (Italia in primis) e li trasformano in energia, ricavando ulteriore denaro. Eppure nella nostra penisola, tranne rare eccezioni, il sistema integrato della gestione dei rifiuti stenta a decollare. Uno dei principali motivi di questo deficit è dato dalle ridotte dimensioni del contesto in cui le aziende di settore si trovano ad impiegare, sia in termini di impianti che di ambito geografico.

Infatti solo le economie di scala, proprie dei grandi operatori, sottolinea Andrea Gilardoni, professore di economia e gestione delle imprese alla Bocconi e direttore del MEGeS - Master in Economia e gestione dei servizi di pubblica utilità, consente di razionalizzare la gestione sostenibile dei rifiuti, secondo i principi di efficacia ed efficienza. L´attuale parcellizzazione del sistema di raccolta, di selezione, recupero e smaltimento dei rifiuti deve essere superata sia attraverso la creazione di ambiti territoriali ottimali (in base alla densità di popolazione e contesto geografico, superando la classica suddivisione provinciale), come nelle intenzioni della Regione Toscana con la prevista ed auspicata creazione di soli tre Ato, sia attraverso la relativa dotazione di adeguati impianti di trattamento (inteso come recupero di materia e di energia) che possano effettivamente garantire una sufficiente economicità del processo ed una fattiva riduzione dell´inquinamento.

I notevoli costi di investimento per la corretta gestione dei rifiuti, soprattutto per la minimizzazione degli impatti ambientali degli impianti, possono essere sostenuti dalle aziende solo se tali strutture sono chiamate ad operare in termini di economie di scala, cioè la dove viene garantito un ciclo virtuoso tra raccolta differenziata, recupero di materia, recupero di energia, smaltimento finale in discarica. Ogni singolo processo di questa catena necessita di una adeguata impiantistica a servizio sia della sostenibilità economica che di quella ambientale. Se si vuole realmente raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge nazionale per la raccolta differenziata occorre poi necessariamente dotarsi di ulteriori impianti per la successiva selezione e trattamento dei materiali raccolti (esempio il vetro prima di essere avviato al riciclo deve essere diviso per colore, la carta deve essere separata dalle impurità, la plastica suddivisa per tipologia di polimeri, ecc).

Una volta terminata questa fase occorrono ulteriori impianti per l´effettivo recupero di materia (cioè il riciclaggio vero e proprio), con il notevole impiego di energia per riutilizzare la materia derivata ed impiegarla in nuovi prodotti, che a loro volta necessitano di uno sbocco di mercato per essere commercializzati ed ottenere, a questo punto e solo a questo punto, l´obiettivo per cui si raccoglie in modo differenziato. Inoltre tutto ciò che non può essere recuperato prima e riciclato poi come materia o che non conviene riciclare (in base al parametro costi/benefici, non solo economici ma anche di sostenibilità ambientale) e che possiede un adeguato potere calorifico deve ( in base a direttive europee e leggi nazionali e regionali) essere avviato al recupero energetico nelle sue diverse forme, non solo come termovalorizzazione. Solo ciò che non può essere recuperato in forma di materia e di energia deve andare in discarica.

E´ evidente quindi che la gestione sostenibile dei rifiuti deve essere affrontata in forma sistemica e che ciò è possibile non solo se si interviene con la "legge dei grandi numeri" bensì anche con quella relativa alla attenzione di "filiera per filiera", visto che non esiste flusso di rifiuto raccolto in modo differenziato che abbia, ovviamente, lo stesso percorso di riciclo.

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