[24/10/2008] Comunicati

Europa ed Asia discutono di cambiamento climatico e sviluppo in piena bufera finanziaria

LIVORNO. E´ iniziato oggi a Pechino il settimo summit dell´Asem che riunisce l´Unione Europea e 43 Paesi asiatici ed europee. Si tratta di una riunione che si tiene ogni 2 anni e che nel 2008 ha per tema ""Vision and Action: Towards a Win Win Solution". L´Asem mette insieme più della metà del Pil mondiale.

L’Europa è rappresentata dai 17 Paesi dell´Ue, l´Asia dai 10 Paesi dell´Associazione delle nazioni dell´Asia del sud-est (Asean) più Cina, Giappone Corea del sud, India, Pakistan e Mongolia. Il summit dell´Aseam adotterà una dichiarazione sullo sviluppo sostenibile che metterà l´accento gli Obiettivi del millennio per lo sviluppo, la sicurezza energetica, il cambiamento climatico e la coesione sociale.

Per il presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, «Le sfide mondiali necessitano di una soluzione a scala mondiale, l´Asem è diventata il principale ambito nel quale l´Ue e l´Asia ricercano i modi per rispondere a problemi quali la stabilità finanziaria mondiale, il cambiamento climatico, la sicurezza energetica e la coesione sociale, ed essa ci permette di unire i nostri sforzi sulla scena internazionale».

Secondo Benita Ferrero-Waldner, commissaria Ue agli esteri e per la politica di buon vicinato, «L´Asem dimostra di essere un complemento indispensabile ai legami bilaterali e regionali che si sono costantemente rafforzati in questi ultimi anni. Spero che il summit di Pechino conforti questo ruolo decidendo un programma di lavoro completo per i due prossimi anni. Abbiamo interessi comuni su una quantità di soggetti, che vanno dalle questioni finanziarie agli affari sociali, passando per la cooperazione allo sviluppo e la sicurezza energetica. Il summit dovrà anche riflettere su come accrescere la visibilità dell´Asem in maniera da mettere più in evidenza la qualità e la portata del suo dialogo».

I dirigenti europei ed asiatici vanno a questo appuntamento nel mezzo della bufera economica, accolti da un nuovo crollo delle borse asiatiche, e si trovano a dover districare problemi planetari come le catastrofi climatiche ed ambientali e la sicurezza alimentare, ma anche il terrorismo, il disarmo nucleare ed il nodo irrisolto della situazione del Myanmar e della penisola coreana.

Il summit di Pechino dovrebbe anche lanciare ufficialmente la terza fase del Trans-Eurasian Information Network (Tein3), finanziato dall´Ue per mettere in rete oltre 60 milioni di ricercatori e studenti europei ed asiatici attraverso una connessione internet ultrarapida.

Nel suo discorso inaugurale, il presidente cinese Hu Jintao ha detto che «E´ solo con la forte fiducia e gli sforzi comuni che possiamo resistere a questa crisi. La Cina apprezza e sostiene le misure positive prese dai Paesi interessati per la gestione della crisi finanziaria, sperando di vedere presto il frutto di queste misure. Da parte sua, la Cina ha fatto del suo meglio. Abbiamo adottato una serie di misure importanti, tra le quali quelle per mantenere la stabilità del nostro sistema finanziario interno, l´aumento della liquidità nel mercato e nelle istituzioni finanziarie e il rafforzamento del coordinamento e della cooperazione con gli altri Paesi in materia di politiche macro-economiche».
Per quanto riguarda le tematiche ambientali, Hu ha detto che «L´Asia e l´Europa devono anche rispondere attivamente ai cambiamenti climatici, lavorare per la realizzazione degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo del millennio, promuovere il multilateralismo e la corretta soluzione della cooperazione internazionale e regionale Queste sono le questioni calde per far progredire la pace e lo sviluppo nel mondo».

Quel che è certo è che alla corte del gigante comunista sono accorsi tutti: questo summit della Asem é il più affollato e pieno di capi di Stato e di governo dalla sua fondazione, nel 1996.
A Pechino è accorso anche Berlusconi, ma l´agenzia ufficiale cinese Xinuha lo snobba: «Tra i partecipanti, figurano soprattutto il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro giapponese Taro Aso, il presidente della Repubblica di Corea Lee Myung-bak e il presidente della Commissione europea J osé Manuel Barroso».

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