[23/10/2008] Energia

Ban Ki-moon scrive all´Ue: «Approvate il pacchetto clima-energia entro dicembre»

LIVORNO. Il segretari generale dell´Onu Ban Ki-moon ha scritto una lettera agli Stati membri dell´Unione europea ed a Manuel Luis Barroso, presidente della Commissione Ue, chiedendo di «concludere un accordo sull´energia e il clima nel tempo previsto del mese di dicembre malgrado la crisi finanziaria, al fine di inviare un segnale forte al resto del mondo. Questo sarebbe un segnale positivo e necessario lanciato alla comunità internazionale ed ai Paesi in via di sviluppo in particolare per i negoziati volti a concludere un accordo ambizioso sui cambiamenti climatici per il post-2012».

E´ evidente che Ban Ki-moon considera, al contrario, molto negativamente l´atteggiamento dell´Italia e dei suoi alleati in quello che ormai è stato battezzato il "Patto di Varsavia" anti "20-20-20" e contro gli obblighi del Protocollo di Kyoto. Nella lettera resa nota alla stampa dal portavoce di Ki-moon, Michèle Montas, il segretario generale scrive: «La crisi finanziaria attuale non è una giustificazione per ritardare le azioni da adottare contro il cambiamento climatico, ma piuttosto un´opportunità di aggredire allo stesso tempo le crisi finanziaria e climatica».

Il segretario generale dell´Onu dice che anche se «comprende i membri dell´Unione europea che stimano difficile adottare misure ambiziose in questo periodo di restrizioni economiche ed incertezza, la politica rivolta verso il futuro dell´Ue potrà condurre ad una crescita economica "pulita" che creerà milioni di nuovi posti di lavoro. Gli investimenti nelle industrie pulite hanno dimostrato ovunque che possono fornire dei guadagni a lungo termine e proficui». Sembra di sentir parlare gli uomini di punta dell´Europa occidentale e i commissari conservatori dell´Unione europea che sono rimasti basiti per le posizioni di retroguardia di cui si è fatta carico il ministro dell´ambiente italiano Stefania Prestigiacomo. Chissà se anche Ban Ki-moon sarà iscritto tra i complici internazionali del complotto antinazionale di un´opposizione italiana che troverebbe all´estero (e nel centrodestra internazionale) l´udienza che non sembra avere in Patria?

La verità è che le provinciali ritrosie italiane, di quello che resta uno dei Paesi più ricchi e industrializzati del mondo, mette a rischio il cammino per giungere ad un accordo sul cambiamento climatico che deve essere concluso a Copenaghen nel 2009 e che deve prevedere nuove e più ampie misure per limitare le emissioni di gas serra, il trasferimento di tecnologie pulite ai Paesi in via di sviluppo. Mentre negli Usa si avanza un nuovo presidente che cambierà totalmente l´approccio eco-scettico di Bush, l´Italia agli occhi del mondo sta assumendo il ruolo del più pericoloso nemico del post-Kyoto. Per questo Ban Ki-moon (magari perché Sarkozy gli ha sussurrato qualcosa nell´orecchio), «si felicita con l´Unione europea per la sua leadership in materia» e ricorda che «Gli Stati Uniti, lo Stato che produce più inquinamento, non fanno parte del Protocollo di Kyoto». Infine, Ki-moon ha confermato che parteciperà al summit dei leader mondiali sulla tormenta finanziaria previsto per il 15 novembre a Washington, dicendosi pronto ad appoggiare le proposte del presidente francese Sarkozy.

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