[23/10/2008] Comunicati

New deal ecologico occasione storica per rilancio economia e lavoro XXI secolo

LIVORNO. «La mobilitazione e la ri-focalizzazione dell´economia mondiale per gli investimenti nelle tecnologie pulite e nelle infrastrutture naturali, quali le foreste e i suoli, sono le migliori scommesse per una reale crescita, per combattere il cambiamento climatico e per innescare la creazione di posti di lavoro nel XXI secolo». E´ questo il succo della Green economy Initiative avviata dal Programma Onu per l´ambiente (Unep) e da economisti di fama mondiale che chiedono di cogliere «questa opportunità storica per realizzare oggi l´economia di domani».

Secondo lo studio presentato, sono cinque i settori che produrranno probabilmente la più grande transizione in termini di ritorno economico, di sostenibilità ambientale e di creazione di posti di lavoro: energie e tecnologie "pulite", incluso il riciclaggio; l´energia rurale, comprese le energie rinnovabili e la biomassa sostenibile; l´agricoltura sostenibile, inclusa l´agricoltura biologica; infrastrutture relative all´ecosistema; riduzione delle emissioni risultanti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste (Redd); "città sostenibili", inclusi pianificazione, trasporti e costruzioni ecologiche.

Il segretario esecutivo dell´Unep, Achim Steiner, sottolinea che «Le crisi economiche, energetiche e alimentari del 2008, sono in parte il risultato di una speculazione e di un fallimento dei governi a dirigere in maniera intelligente, focalizzandosi sui mercati. Me esse provengono ugualmente da un fallimento esteso del mercato, avviatosi con perdite sempre più importanti e più inquietanti di capitale e risorse naturali, unito ad una dipendenza eccessiva dai combustibili fossili, limitati e spesso sovvenzionati. Dall´altro lato ci sono gli enormi vantaggi economici, sociali e ambientali che deriveranno probabilmente dalla lotta contro il cambiamento climatico e dal re-investimento nelle infrastrutture. Un ventaglio di vantaggi che vanno dai nuovi posti di lavoro "verdi" nelle tecnologie ed energie pulite, fino ad un´agricoltura sostenibile ed alle imprese "ecologiche".

Steiner ha posto in evidenza «Il bisogno cruciale ed urgente di portare nuove maniere di pensare, creative e trasformative nel corso della conferenza internazionale sui finanziamenti per lo sviluppo di Doha, Qatar, che avrà luogo il prossimo mese al seggio delle Nazioni Unite a New York». Ma Steiner guarda anche ad altri incontri internazionali: il summit del G8+5, alla fine diventato G20, chiesto da Sarkozy sulla crisi finanziaria, e soprattutto la prossima Convenzione Onu sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre a Poznan. «Delle idee innovatrici devono essere discusse e delle decisioni cruciali prese - dice Steiner - L´alternativa è sempre più un ciclo di espansione-recessione, un meteo stressato ed un crollo degli stock di pesci e dei terreni fertili arrivando fino agli ecosistemi forestali, di vaste possibilità naturali che per una frazione del costo delle attrezzature tecniche, stoccano l´acqua e il carbonio , stabilizzano i suoli, sostengono i metodi di sussistenza indigeni e rurali e conservano le risorse genetiche in ragione di miliardi di dollari all´anno».

Secondo Hilary Benn, di Defra SoS, «La rivoluzione tecnologica verde deve accelerare, perché ci saranno più posti di lavoro nelle industrie dell´ambiente. L´Inghilterra si impegna a costruire un´economia verde all´interno ed all´estero: questo sarà buono non solo per gli affari e per l´ambiente ma anche per lo sviluppo. L´iniziativa dell´Unep aiuterà ad operare questo cambiamento, in particolare aiutandoci a comprendere a qual punto dipendiamo dall´ambiente, il suolo, l´aria, l´acqua e la biodiversità, per la nostra esistenza».

Secondo Pavan Sukdhev, di Deutsche Bank, che assiste l´Unep nella Green economy initiative, «I modelli economici del XX secolo hanno ormai raggiunto il limite delle loro possibilità. Possibilità in termini di miglioramento delle condizioni di vita per i 2,6 miliardi di persone che vivono ancora con meno di 2 dollari al giorno e in termini di impronta ecologica. Degli investimenti saranno presto nuovamente investiti nell´economia mondiale, la questione è: andranno alla nostra vecchia attuale economia a corto termine, o invece ad una nuova economia verde che tratterà le molteplici sfide, producendo così numerose opportunità economiche per i poveri così come per le persone agiate».

Nella Green economy initiative la Commissione europea, la Germania e la Norvegia hanno già investito circa 4 milioni di dollari ed è stata in parte avviata su richiesta del G8+5 di due anni fa. Si basa infatti in gran parte sullo studio del G8+5 Economics of Ecosystems and Biodiversity (Teeb), commissionato a Sukdhev, e finanziato dalla Commissione Ue e dalla Germania e le cui conclusioni sono state presentate a maggio alla Convenzione sulla diversità biologica di Berlino. Le conclusioni del documento sottolineano l´ampiezza delle perdite economiche "usuali" e mostrano gli strettissimi legami tra perdite di ecosistemi e di biodiversità e la persistenza della povertà.

Secondo l´Unep il nuovo rapporto permetterà ai governi di fare scelte migliori e di mandare buoni segnali ai mercati ed agli investitori, agli investitori, imprenditori e consumatori del pianeta e Steiner assicura che «Evolveremo dallo sfruttamento del pianeta verso una migliore gestione ed un re-investimento nelle sue risorse». La Green economy initiative si basa su tre pilastri: valutare ed integrare le possibilità nazionali ed internazionali della natura; produrre posti di lavoro verdi e realizzare politiche, strumenti e segnali di mercato capaci di accelerare la transizione verso un´economia verde.

La strategia è costruita sui risultati del Teeb e li unisce alla Green jobs initiative di Unep, International labour organisation, International trades union confederation e International organization of employers. La Green Economy Initiative si baserà sul lavoro considerevole già prodotto dall´Uneo e dalle agenzie Onu e di altre organizzazioni, anche imprenditoriali, sugli impatti e le opportunità che vanno dalla pesca ai carburanti, dalle sovvenzioni ai meccanismi innovativi di mercato, fino ai prodotti finanziati che sono già avviati verso una transizione meno liberista. «Entro 18 - 24 mesi, i governi, del nord e del sud, dovranno avere a disposizione una valutazione completa, così come gli strumenti necessari per realizzare una transizione indispensabile» giura l´Unep e il ministro norvegese dell´ambiente, Erik Solheim, sottolinea che «Ci sono dei momenti nella storia dove è tempo per un´idea di realizzarsi, è il caso della Green economy initiative. La Norvegia sostiene interamente l´iniziativa dell´Unep. Approcci ed azioni innovatrici sono necessari nella situazione attuale molto complessa di una crisi ambientale fondamentale, in più con una situazione finanziaria fuori controllo. Mi complimento con l´Unep per aver agito così rapidamente ed al momento opportuno, ed in particolare per la maniera in cui l´Unep e l´International labour organisation hanno dimostrato l´enorme potenziale non sfruttato del lavoro nella gestione sostenibile del capitale e del patrimonio naturale».

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