[22/10/2008] Comunicati

L´Onu chiama Stiglitz per riformare Banca Mondiale ed Fmi

LIVORNO. Il presidente dell´Assemblea generale dell´Onu, il nicaraguense Miguel D´Escoto, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro di alto livello che sarà presieduto dal premio Nobel per l´economia Joseph Stiglitz (Nella foto). Il nuovo work group dovrà esaminare il sistema finanziario mondiale, incluse istituzioni come la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale che hanno indirizzato (o meglio accompagnato) e guidato la globalizzazione iperliberista verso gli sconvolgimenti attuali.

Stiglitz è stato un critico feroce e preveggente del disastro annunciato del "socialismo reale", ma anche un analista attento degli errori del Fondo monetario internazionale nella gestione delle crisi finanziarie che hanno devastato le economie di interi Paesi negli anni ´90: Russia, Argentina Sud-est asiatico... un critico spietato del meccanismo che ha prodotto anche la crisi attuale: riduzione delle spese dello Stato, politica monetaria deflazionista, apertura indiscriminata dei mercati locali agli investimenti esteri. Il manuale ideologico, del Washington consensus, scritto alla scuola dei Chicago boys che hanno poi conquistato la Casa Bianca e guidato la rivoluzione conservatrice ancora alacremente al lavoro, e messo in atto con devozione da chi ora chiede allo Stato di tirare fuori banche ed imprese dalla catastrofe in cui si sono cacciate applicando quella che ci dicevano essere l´unica ricetta per il migliore dei mondi possibili. Un Darwinismo economico venefico che, ben prima del crollo, Stiglitz aveva detto che non poteva protegge le economie deboli e garantire la stabilità dell´economia globale.

Con un colpo di teatro notevole, D´escoto precede così Sarkozy e la sua "rifondazione capitalista" e manda un segnale al G8: il gruppo di esperti autorevolmente capeggiati da uno dei maggiori critici del capitalismo senza freni è nato per proporre le misure da prendere da parte degli Stati membri dell´Onu «per permettere un ordine economico mondiale più stabile», facendosi interprete della preoccupazione di molti Paesi in via di sviluppo che temono che la medicina per uscire dalla crisi venga prodotta e somministrata da chi la crisi l´ha creata. La composizione del gruppo di lavoro speciale verrà annunciata dopo l´Assemblea generale dell´Onu sulla crisi finanziaria che si terrà il 30 ottobre a New York.

In un comunicato D´escoto sottolinea che «C´è una presa di coscienza crescente che l´attuale tormenta nella quale si trova il sistema finanziario non possa essere regolata con risposte frammentarie a livello nazionale e regionale ma che è necessario uno sforzo coordinato a livello mondiale. Le voci e gli interessi dei Paesi in via di sviluppo non sono attualmente rappresentati nel loro giusto valore nelle attuali istituzioni mondiali della governance economica. Il mondo in via di sviluppo include molte più economie forti che nel 1944 ed il suo ruolo nel sistema commerciale è cresciuto in maniera significativa. I Paesi in via di sviluppo hanno interesse ad un sistema finanziario democratico fondato su delle regole, con dei meccanismi finanziari efficaci ed istituzioni imparziali capaci di fornire dei consigli politici opportuni ed adatti». Una critica spietata a Banca mondiale ed Fmi, che istituzioni democratiche proprio non sono, ed una richiesta di fare subito spazio ai tavoli dove si decide il futuro del pianeta a Paesi come India, Brasile, Sudafrica e Messico, ma anche Russia e Cina là dove non sono presenti. Ma il sandinista D´Escoto non si trincera dietro un terzomondismo di altri tempi, ha accolto con favore anche il progetto dei principali Paesi industrializzati di organizzare un summit sulla crisi e si è impegnato perché la Conferenza che si terrà a Doha a novembre sui finanziamenti allo sviluppo ottenga dei risultati.

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