[21/10/2008] Comunicati

"Caring for Climate" le imprese che Confindustria non conosce

LIVORNO. Fortunatamente non tutte le grandi imprese del mondo la pensano come Confindustria. All´iniziativa dell´Onu "Caring for Climate" hanno infatti già aderito oltre 150 imprese, Ong e governi che hanno presentato progetti che rappresentano possibili soluzioni per il riscaldamento globale ed accelerare la messa in opera di interventi per contrastare il cambiamento climatico.

Global Compact dell´Onu, UN Environment Programme (Unep) e World business council for sustainable development (Wbcsd) hanno lanciato "Caring for Climate" l´anno scorso insieme agli amministratori delegati di 150 grandi imprese, comprese 30 inserite nel "Fortune Global 500", l´indice mondiale delle più grandi (e ricche).

Oggi tutti questi protagonisti del green business si incontrano a Ginevra per approvare un percorso condiviso per giungere ad un efficace patto che sostituisca alla scadenza del 2012 il Protocollo di Kyoto.

E se l´imprenditore Berlusconi dice oggi da presidente del Consiglio ai suoi colleghi napoletani che «Non possiamo noi, il paese più manifatturiero d´Europa con la Germania caricarci di un costo che deprimerebbe la nostra economia in un momento di crisi come questo» e che il pacchetto clima-energia «così come è stato presentato è irragionevole. Noi non possiamo fare i Don Chisciotte» a Ginevra il direttore esecutivo di Global Compact, Georg Kell, dice che «Il cambiamento climatico indubbiamente rimodellerà il panorama delle imprese così come lo conosciamo. Le aziende impegnate in "Caring for Climate" dimostrano che un numero crescente di imprese sta compiendo una scelta che ci dice che un futuro sostenibile e la competitività delle imprese possono essere complementari».

All´iniziativa hanno già aderito quasi 300 imprese e associazioni di imprese (anche italiane), di 30 settori industriali diversi e che operano in 48 paesi, tra cui anche alcuni emergenti e in via di sviluppo ed una recente ricerca di "Caring for Climate" rileva che tra queste imprese c´è un elevato ottimismo per il loro futuro economico anche in tempi di crisi finanziaria e che ritengono possibile rispettare gli obiettivi fissati per ridurre il loro impatto sull´ambiente.

Queste grandi imprese, tra le quali non mancano le multinazionali, si aspettano dai governi altrettanto impegno e una capacità di leadership sui temi della sostenibilità ambientale, ma anche piani a lungo termine per ridurre le emissioni di gas serra ed intensificare gli investimenti per sviluppare tecnologie innovative a basso tenore di carbonio. Chissà se l´imprenditore Berlusconi e la Confindustria italiana considerano anche loro degli autolesionisti...

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