[16/10/2008] Energia

Geotermia: i Verdi criticano lo studio dell´Università di Siena

FIRENZE. Lo studio presentato dal gruppo dell´Università di Siena, finalizzato ad una valutazione definitiva della situazione della geotermia amiatina anche in ragione della supposta vulnerabilità del suo acquifero, ci lascia perplessi e non ci convince del tutto infatti:

1) Tutta una serie di evidenze geologiche derivanti da studi compiuti utilizzando le tecnologie investigative più moderne (screening da satellite, analisi delle foto aeree, ed altri metodi poi verificati con sopralluoghi in situ) sono state messe in dubbio utilizzando metodi diretti capaci soltanto di verificare ciò che è palesemente evidente: situazioni da manuale che difficilmente si ritrovano in natura.

2) Lo studio idrogeologico effettuato dal gruppo senese nega la validità dei dati geo-elettrici e geo-fisici precedentemente acquisiti da Edra (prof. Borgia) e dal CNR di Pisa (dr. Manzella), giungendo addirittura ad escludere qualsiasi pericolo di depauperamento della falda amiatina, già a suo tempo evidenziata in una pubblicazione dello stesso prof. Barazzuoli, che di quell´equipe è membro di rilievo.

3) Viene negazione della disponibilità di dati diretti, mentre anche i non addetti ai lavori sanno che ENEL stessa ha pubblicato tutta una miriade di dati e sezioni interpretative derivanti dai sondaggi e dalla escavazione dei pozzi geotermici. Non capiamo il perché tali dati, diretti e inconfutabili, non siano stati osservati e non capiamo neanche perché, pur evidenziando un pesante e persistente inquinamento dell´atmosfera, si prospettino soluzioni impossibili quali l´aumento dell´efficienza dei filtri AMIS.

4) Non solo l´ARPAT ma anche gli studiosi e consulenti del nostro gruppo consiliare sostengono che ENEL ha ragione di andare orgogliosa di avere messo a punto un sistema di filtraggio multiplo (AMIS sta per Arsenico, Mercurio, Idrogeno solforato) che nell´abbattimento di taluni inquinanti riesce a raggiungere il 98%, ma il problema è che quella piccola percentuale di inquinanti che non viene fermata dai filtri costituisce un rischio da non sottovalutare per la salute dell´uomo e dell´ambiente. La normativa fissa dei limiti che apparentemente paiono cautelativi, ma moltiplicando i pochi microgrammi di inquinanti che i filtri non riescono a fermare per le migliaia di metri cubi di vapore esausto rilasciato in atmosfera si ottengono i Kilogrammi! Sono quindi soltanto i limiti basati sul concetto di massa che possono dare reali garanzie e non quelli attualmente previsti.

I filtri AMIS, come qualsiasi altro tipo di filtro, per quanto efficienti non possono risolvere il problema, non solo perché non esistono filtri assoluti ma anche perché, difficilmente, sarà possibile migliorare l´efficienza di ciò che ha raggiunto già il proprio limite tecnologico di performance.

Non vogliamo fermare la ricerca in materia di sostenibilità della geotermia, tutt´altro, ma non è con la mancanza di trasparenza e con l´approssimazione che si ottengono risultati sicuri ed apprezzabile.

Ci basta sapere che l´emissione dei vapori geotermici costituisce un rischio, anche solo potenziale, per la salute dell´uomo e dell´ambiente per convincerci che dobbiamo batterci a fianco delle popolazioni che quei rischi non intendono continuare a correre.
E ciò è ancora più convincente poiché conosciamo bene quelle tecnologie che, evitando di portare a giorno i fluidi geotermici, ci permettono di utilizzare con maggior efficienza il calore geotermico. Si tratta delle cosiddette tecnologie a circuito chiuso, i sistemi Kalina modificati già applicati in Islanda e altri cicli che la stessa ENEL utilizza nello sfruttamento di alcuni campi geotermici statunitensi.

Certamente gli investimenti per l´applicazione di queste nuove tecnologie sono maggiori di quelli necessari per l´incremento degli impianti tradizionali, ma se mettiamo in conto i costi ambientali, quelli necessari alla cura ed alla prevenzione delle malattie provocate dalle attuali emissioni, l´aumentata efficienza produttiva garantita dai nuovi impianti e la piena conservazione della risorsa geotermica, diventa evidente come tali investimenti siano vantaggiosi per l´oggi e per il futuro.

La ricerca costituisce assolutamente un bene da incrementare, ma nel caso amiatino, come più in generale in ogni situazione in cui è conveniente utilizzare la risorsa geotermica, non possiamo attendere che la comunità scientifica trovi un accordo e fornisca spiegazioni ed indicazioni accettabili, tanto più che il problema è assolutamente semplice da risolvere: ripeto, basta evitare di immettere in atmosfera i vapori esausti per evitare qualsiasi rischio, sia che si parli di salute dell´ambiente, di salute dell´uomo, oppure di possibili connessioni o interferenze tra le falde utilizzate ai fini idro-potabili e quelle geotermiche.

La soluzione è pronta da tempo, sono gli impianti che funzionano a ciclo chiuso, quelle tecnologie che qualora prevedano l´estrazione dei fluidi geotermici, una volta estratta la maggior parte possibile del calore di cui sono vettori, ne prevedono la reimmissione all´interno del serbatoio originale. E´ questo l´unico modo attraverso il quale, oltre a tutelare efficacemente l´ambiente e la salute dell´uomo e degli altri animali, si riesce a preservare la risorsa ed a contribuire efficacemente a rallentare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto.

A proposito di cambiamenti climatici perché lo studio dell´università di Siena non dice nulla circa l´effetto sul clima e sul microclima dei milioni di metri cubi di anidride carbonica che vanno in atmosfera a seguito del rilascio dei vapori geotermici esausti?

*consiglieri regionali Verdi per l’Unione in Regione Toscana

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