[16/10/2008] Energia

Ristrutturazioni energetiche edifici, non passa emendamento salva-agevolazioni

LIVORNO. Una finanziaria smemorata riguardo alle politiche ambientali ed energetiche in particolare. E con alcuna intenzione di qualsiasi ripensamento. Si può riassumere così il tentativo, fallito, di salvare in extremis anche solo alcune delle norme che la precedente manovra di bilancio, l’ultima del governo Prodi, aveva introdotto. Il tentativo di salvare le agevolazioni finanziarie per le ristrutturazioni energetiche degli edifici, attraverso un emendamento proposto in Commissione ambiente dai deputati del Pd , Raffaella Mariani ed Ermete Realacci (Nella foto), è stato infatti bocciato dato «che la maggioranza si è posta chiaramente l´obiettivo del contenimento delle spese».

Con questa motivazione il relatore della legge finanziaria, Agostino Ghiglia del Pdl, si è visto costretto a non accogliere l’emendamento. E a nulla sono valse le considerazioni che Realacci ha portato nella discussione, evidenziando che «l´esperienza ha dimostrato che le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per il risparmio energetico si auto-finanziano, in ragione dell´incremento della domanda e dell´emersione del cosiddetto sommerso».

Lo sgravio fiscale del 55% per le misure sull’impiego di fonti rinnovabili e il risparmio energetico nell’edilizia, di cui l’emendamento proposto chiedeva il prolungamento per i prossimi cinque anni, è infatti una misura che senza alcun onere per le casse dello Stato avrebbe portato notevoli benefici alle famiglie, alle imprese e avrebbe dato un contributo al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
«La maggioranza con un atteggiamento miope e arrogante ha dimostrato l’incapacità di mettere in atto politiche concrete per rilanciare il paese e il futuro degli italiani» hanno commentato Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd e Raffaella Mariani, Capogruppo del PD in Commissione Ambiente della Camera, commentano, dopo la bocciatura del loro emendamento.

«Non ha alcun senso- hanno continuato Realacci e Mariani- aver bocciato una misura che aveva notevoli vantaggi da molti punti di vista: per le tasche dei cittadini che sceglievano di costruire o ristrutturare le proprie case con criteri di risparmio energetico e impiegando fonti rinnovabili; per la piccola e media impresa che in questi settori trova occasione di rilancio; per migliorare la qualità e l’efficienza del patrimonio edilizio del paese; per ridurre i consumi energetici delle famiglie e quindi alleggerire i costi delle bollette; per dare un contributo al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e alla lotta ai mutamenti climatici».

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