[14/10/2008] Aria

Che aria tira in Europa?

FIRENZE. Il Long-range transboundary air pollution (Lrtap) è un incontro tecnico-politico di analisi e indirizzo sulle maggiori criticità ambientali della regione Unece (United nations economic commission for Europe). Recentemente, in occasione del meeting, sono stati presentati e confrontati i dati delle emissioni in atmosfera relativi al periodo 1990-2006 dei
27 stati dell´Unione europea. Particolare attenzione è stata rivolta al settore dei trasporti su strada, che rimangono la sola principale fonte di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e di composti organici volatili non metanici (NMVOCs), come benzene e etanolo e la seconda fonte in ordine di importanza di polveri sottili PM10 e PM2.5 dopo il
riscaldamento nel settore residenziale.

Lo studio ha evidenziato una situazione diversa per l’Italia: prendendo in considerazione l’anno 2006, le emissioni di PM10 da trasporto stradale sono state 46,8 giga grammi (Gg), mentre quelle dal riscaldamento residenziale 18,7 Gg. Complessivamente comunque il trend per i Pesi europei pare positivo: dal 1990 al 2006, il periodo analizzato nel rapporto, le emissioni di ossidi di azoto sono diminuite del 35%, con un rallentamento nell´ultimo periodo. Ricordiamo che gli NOx sono tra i maggiori responsabili della formazione di ozono a bassa quota. Per quanto riguarda le emissioni di ossidi di zolfo, addirittura la diminuzione è quasi del 70%, ma buoni risultati sono stati registrati anche per gli ossidi di carbonio (- 53%) e per i NMVOCs (riduzione del 44%). Ovviamente nonostante questi dati, nel rapporto sono indicate anche le criticità e le principali fonti di inquinamento: trasporto su strada, industrie manifatturiere ed edili, settore residenziale e agricoltura (il letame del bestiame da allevamento e i fertilizzanti costituiscono più del 90% della produzione di ammoniaca dispersa nell´ambiente) risultano tra i maggiori imputati.

La criticità maggiore per questa matrice, comunque si riscontra nelle grandi città, in cui il trasporto su strada, prevalentemente di tipo privato, influenza in modo marcato la qualità dell’aria. Un’offerta competitiva di mezzi pubblici a basso impatto e (in questo caso aspetto positivo) la crisi economica in atto che spinge i cittadini verso la ricerca di articolate forme di risparmio tra cui il minor utilizzo dell’auto, potrebbero aiutare a rendere anche i centri urbani più respirabili.

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