[10/10/2008] Parchi

Timo (Federcaccia): «Sì a modifiche della 157, ma non per affossarla»

LIVORNO. Alla Commissione ambiente del Senato sono stati presentati due disegni di legge analoghi (che verranno infatti unificati nel procedimento) che prevedono la revisione della legge quadro sulla caccia, la 157/1992. I testi presentano un approccio liberalizzatore della disciplina venatoria, aumentando la stagione e le specie cacciabili e permettendo il cosiddetto nomadismo dei cacciatori, ovvero la possibilità di sconfinare in territori nei quali non sono residenti (vedi articolo dell’8 ottobre, ndr).

Abbiamo allora preso spunto da un appello di Legambiente che per bocca del suo responsabile Fauna, Nino Morabito, chiamava ad esprimersi il mondo venatorio e ad aprire un confronto con gli ambientalisti e gli agricoltori e siamo intanto andati a chiedere a Federcaccia cosa ne pensa di questo disegno di riforma della 157.

«Federcaccia è una voce fuori dal coro – ha detto a greenreport il suo presidente Franco Timo - noi crediamo che la 157del 1992 sia ancora attuale e che abbia un buon impianto normativo. Dato che ha ormai più di quindici, è corretto operare con interventi di modifica, ma non per affossarla. Casomai per attualizzarla».

Quindi non vi trova d’accordo il disegno di legge presentato?
«Non vogliamo parlare di libera caccia in libero territorio e non siamo d’accordo con una deregulation della materia. Un atteggiamento che rischia oltretutto di far ripartire la divisione in barricate, tra chi è favorevole e chi contrario alla caccia».

Quali sono gli interventi di modifica della legge attuale che credete necessari?
«Va valorizzata la nostra immagine di cittadini cacciatori impegnati nella difesa del territorio e della fauna, di cui operiamo poi dei prelievi. Ma come fare questi prelievi, lo decidiamo con un approccio condiviso con il mondo scientifico. Stiamo preparando e presenteremo a breve un nostro disegno di legge proprio per mettere in evidenza questo approccio e per dare una connotazione corretta di chi opera questa straordinaria disciplina. Abbiamo sottoscritto impegni e lavoriamo a fianco delle istituzioni per questo, come con il Corpo forestale per la difesa del territorio e dei boschi dagli incendi. Non vogliamo tornare all’immagine del cacciatore uguale predatore ma vogliamo che ci venga riconosciuta la figura di cittadino impegnato per la tutela dell’habitat e della fauna, come avviene a livello europeo. L’altro passaggio che riteniamo indispensabile è il confronto con le altre categorie chiamate a gestire la tutela del territorio, in primo luogo gli agricoltori e gli ambientalisti. Quindi una modifica va bene, ma non nei termini previsti».

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