[27/04/2006] Energia
BRUXELLES. I Verdi europei hanno presentato il dossier "La fine del nucleare" per dimostrare che «nessun sostenitore del nucleare può affermare che le centrali sono sicure al 100%». Citano 7 grandi incidenti atomici accaduti dopo il disastro di Chernobyl nel 1986, quasi tutti in paesi occidentali. Poi si passa a contestare la separazione tra utilizzo civile e
militare: «è una mistificazione perché diversi paesi hanno sviluppato programmi per la costruzione della bomba atomica sulla base della tecnologia fornita da altri Stati "per uso civile".
Il dossier prospetta un futuro fosco: «un attacco terroristico a un deposito di plutonio o di combustibile esaurito potrebbe oscurare l´incidente di Chernobyl in termini di vittime a breve e lungo termine e di contaminazione ambientale». Ma non ci sono solo scenari apocalittici per il futuro, «il cosiddetto "ciclo" del combustibile nucleare rappresenta un´altra mistificazione». Nel mondo ci sono già centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti e «le centrali a plutonio di Sellafield (GB) e La Hague (Francia), generano enormi livelli di radioattività, più dell´80% della dose collettiva cui sono esposti gli europei».
Per i Verdi dell’Ue non è vero che il nucleare è economico: «le spese per la gestione dei rifiuti, lo smantellamento e la decontaminazione delle centrali, infatti, sono in continuo aumento e generalmente vengono sostenute dai contribuenti; per contro, la privatizzazione del sistema energetico ingrassa le singole imprese coinvolte.Inoltre l´energia nucleare aumenta la dipendenza dall´energia non sostenibile e le importazioni di risorse senza sostituirsi necessariamente ai combustibili fossili».
Insomma, secondo i Verdi europei «quella nucleare è una tecnologia obsoleta e i piccoli impianti ad alta tecnologia di cogenerazione che battono già il nucleare: nel 2002 ne hanno surclassato la capacità installata complessiva e nel 2005 ne hanno superato la produzione annuale».