[07/10/2008] Consumo

Fauna ittica in Provincia di Firenze: i progetti

FIRENZE. Al convegno sulla pesca e la gestione della fauna ittica in provincia di Firenze, sono stati presentati anche progetti di assoluto interesse scientifico che sono scaturiti dall’analisi dei dati di pesca. Le specie ittiche presenti nel tratto fiorentino dell’Arno sono circa 40, di cui il 50% alloctone, cioè non originarie dei corsi d’acqua italiani. Tra le otto specie ittiche inserite nella lista delle cento peggiori specie invasive a livello mondiale cinque sono presenti in provincia di Firenze (tra cui il famoso “Siluro” di origine asiatica, nella foto).

In Arno i pescatori dichiarano che si pesca meno e la conferma viene dalla provincia «Negli ultimi quattro anni si è registrato un calo di pescosità di circa il 50%. Il cestino del pescatore si è ridotto così da 4Kg a circa 2Kg». La risposta scientifica arriverà da un progetto sperimentale finanziato dalla provincia e condotto dall’università con la collaborazione di Arci pesca fisa. Lo studio vuole individuare le ragioni che hanno causato un calo della pescosità in Arno nel tratto fiorentino. Il progetto è diviso per fasi, con la prima, di tipo descrittivo e qualitativo. La seconda fase della ricerca prevede l´uso di più tecniche di campionamento diretto per la definizione di parametri demografici quantitativi: ecoscandaglio (per la definizione della biomassa complessiva presente), pescate con reti multimaglia e con elettrostorditore. L´insieme di queste tecniche consentirà di definire l´abbondanza complessiva della fauna ittica presente, separata per specie, e di avere informazioni sullo stato demografico della comunità ittica.

La provincia inoltre sta per varare il nuovo Piano provinciale per la pesca nelle Acque interne che disciplinerà tutte le principali attività in grado di creare degli impatti sugli habitat acquatici, dalle immissioni ittiche, ai lavori in alveo, alla pesca sportiva. Innanzi tutto le misure di tutela hanno lo scopo generale di favorire il recupero dell’integrità ecologica degli ambienti acquatici e un soddisfacente stato di conservazione della fauna ittica autoctona. Per questo la provincia ormai da anni lavora per la ricostituzione di popolazioni ittiche autoctone, operata su specie di particolare pregio naturalistico ed alieutico. La strada è senza dubbio quella dell’autoproduzione del materiale ittico a partire da riproduttori autoctoni. In tal senso grandi risultati sono stati ottenuti con la gestione dell’impianto ittico provinciale di Tosi, in cui vengono allevati ceppi selezionati di trota fario e gambero di fiume. La struttura ha recentemente ottenuto il riconoscimento della comunità europea.

Tutelare gli ecosistemi fluviali significa anche promuovere la creazione di aree a regolamento specifico di pesca con attività di pesca a basso impatto come avviene nella Tail Water Sieve dove associazioni di pescatori, Legambiente e Università collaborano per la gestione dell’area attuando anche monitoraggio di tipo scientifico ai fini anche di attuare proposte per la riqualificazione fluviale e il miglioramento degli habitat per i pesci. A tal proposito nel corso del convegno Enrico Pini Prato, del Dipartimento di ingegneria agraria e forestale dell’Università di Firenze, ha presentato una ricerca (in parte ancora in corso) volta ad individuare i punti di frammentazione della continuità longitudinale (che sono causa del blocco degli spostamenti migratori di molte specie ittiche) lungo tutta l’asta del fiume Arno e di alcuni importanti affluenti. Tra questi il fiume Sieve, risultato tra i corsi d’acqua a massima “priorità di intervento” per le peculiarità ambientali ed ittiofaunistiche.

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