[07/10/2008] Aria

Un indice per la valutazione dell’inquinamento atmosferico in un’area urbana?

BARI. Lo stato della qualità dell’aria nelle grandi città italiane è caratterizzato da elevati livelli di concentrazione media di PM10 che, in molti casi, portano quest’inquinante a oltrepassare la soglia dei 35 giorni di superamento del valore limite giornaliero entro la fine dei primi due mesi dell’anno. Ma se il materiale particolato rappresenta la maggiore emergenza in tema di inquinamento urbano, non possono essere trascurati gli alti valori registrati diffusamente per altri importanti inquinanti come gli ossidi di azoto e l’ozono. In Italia, informazioni sulla qualità dell’aria sono oggi ampiamente disponibili e l’APAT, in ottemperanza della Decisione 97/101/EC sull’Exchange of Information (EoI), gestisce e rende fruibili sul proprio sito internet i dati prodotti dalle oltre 600 stazioni che compongono le reti di monitoraggio delle regioni e province autonome italiane.

Tuttavia una mole di dati tanto consistente non comporta automaticamente una altrettanto chiara informazione per il cittadino, quale sarebbe nei fini delle direttive comunitarie. Ciò accade perché la comprensione di questi numeri non è sempre immediata e necessita di adeguate basi interpretative. Questo problema, ben noto ai gestori delle reti e agli operatori delle agenzie per la protezione dell’ambiente, è stato spesso affrontato attraverso la definizione di indici quali e quantitativi che hanno lo scopo di esprimere in modo sintetico, e facilmente comprensibile, lo stato della qualità dell’aria che si respira.

Negli ultimi anni, negli Stati Uniti d’America e in alcune nazioni europee e asiatiche sono stati sviluppati indicatori di questo tipo. Il più noto e usato è, con ogni probabilità, l’AQI, Air Quality Index, dell’EPA (US Environmental Protection Agency), adottato e, a volte, adattato in diverse parti del mondo. Ma anche il Regno Unito con l’API, Air Pollution Index, e la Francia con l’Indice ATMO hanno di recente definito dei propri indicatori di qualità dell’aria.

Attraverso un’ampia rassegna dei più diffusi indici nazionali, viene qui presentata un’analisi critica degli approcci seguiti, delle finalità e dei contenuti informativi prodotti.

Viene quindi proposto un indice alternativo a quelli esistenti, pensato con lo scopo di riassumere in un solo numero il profilo di qualità dell’aria di un determinato giorno in una determinata area. Quello presentato è il prodotto della combinazione ponderata di 5 subindici correlati ad altrettanti inquinanti atmosferici per i quali sono noti effetti avversi alla salute umana: PM10, NO2, SO2, CO, O3. L’indice proposto permette di valutare la variabilità intergiornaliera dell’esposizione agli inquinanti nel loro insieme e potrebbe vantaggiosamente essere utilizzato per stimarne gli eventuali effetti sinergici.

Viene infine presentato un confronto tra l’applicazione dell’indice proposto e di altri modelli consolidati a casi reali, in modo da evidenziare le analogie e le differenze nella loro capacità di descrizione dei fenomeni di inquinamento atmosferico a diverse latitudini e in diversi periodi dell’anno.

*dell´Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Torna all'archivio