[06/10/2008] Parchi

Il Wwf fa la lista dei mammiferi italiani in pericolo di estinzione

ROMA. Il Wwf commenta ed integra la presentazione a Barcellona della Lista Rossa Iucn delle specie in pericolo di estinzione e traccia una classifica italiana degli animali più a rischio. Orso: criticamente in pericolo. «Mentre in tutta Europa lo stato dell´orso non desta particolare preoccupazione, in Italia è classificato nella categoria di rischio più critica sia per le popolazioni delle Alpi che in Appennino, dove l´esiguo numero di esemplari è minacciato anche dalla mano diretta dell´uomo. Per questo il Wwf ha avviato un´importante azione per la sua conservazione, tramite strumenti di prevenzione (per esempio i recinti elettrificati dati a pastori e agricoltori) che possono favorirne la convivenza pacifica con l´uomo)».

Foca monaca (Nella foto): criticamente in pericolo. «Considerata "criticamente in pericolo", con un declino continuo dovuto a bycatch, persecuzione diretta e disturbo umano, nell´area europea la foca monaca conta una popolazione estremamente ridotta, pari a meno di 250 individui maturi. Nella regione c´è solo una popolazione riproduttiva e si ritiene che tutti gli individui appartengano alla medesima popolazione. Sono sporadici gli avvistamenti nei mari italiani».

Lince: in pericolo. «La popolazione alpina della lince, un totale di 120 individui, è considerata "in pericolo" con una particolare criticità nelle Alpi orientali (nel resto d´Europa invece la situazione è meno preoccupante)».

Lontra: quasi in pericolo, ma critica in Italia. «Dopo una serie di periodi di declino negli anni passati, la lontra è oggi classificata con un basso fattore di rischio in Europa (molto peggiore la situazione italiana), ma se si bloccassero o riducessero le azioni di conservazione, si calcola che in circa 12 anni la specie potrebbe subire un declino del 30%».

Lupo: vulnerabile. «Anche il lupo in Europa desta scarsa preoccupazione. In Italia, invece, la popolazione di lupi è stimata intorno ai 500-800 individui distribuiti lungo l´Appennino. Nonostante il recente aumento del numero di esemplari e del loro areale, il lupo italiano è ancora minacciato dalla mano dell´uomo e sebbene non sia considerato strettamente "in pericolo" il suo stato può facilmente ritornare critico».

Camoscio d´Abruzzo: vulnerabile, grazie a programmi di riproduzione e reintroduzioni. «Data la popolazione molto ristretta e l´areale localizzato, il camoscio d´Abruzzo oggi è considerato specie "vulnerabile". Nel 1996 era "in pericolo", ma grazie a una stretta protezione e ai programmi di riproduzione in cattività e reintroduzione, è attualmente in via di miglioramento. Sono comunque ancora necessarie strette misure di tutela per garantirne la conservazione a lungo termine».

Gatto selvatico: quasi in pericolo, meno bene la subpopolazione italiana. «In Europa, il gatto selvatico non desta eccessiva preoccupazione, ma alcune subpopolazioni isolate come quella italiana (oltre che in Francia/Germania e in alcune isole del Mediterraneo), fronteggiano un livello di minaccia maggiore della specie intesa come entità unica».

Commentando le notizie che vengono da Barcellona, Gianfranco Bologna del Wwf Italia sottolinea che «Per molte specie, le popolazioni sono numericamente in declino mentre le minacce aumentano di numero e intensità, rendendo sempre più difficile la loro sopravvivenza . Fermare la corsa verso l´estinzione delle specie a rischio è possibile, quando la motivazione politica è alta e quando le comunità locali comprendono il valore e i vantaggi che la conservazione delle specie è in grado di offrire. Il caso dell´elefante africano è un esempio classico di quanto sia possibile fare. Ma anche quando l´azione di conservazione dà i suoi frutti è sempre necessario tenere alta la guardia, per estenderne l´efficacia e garantire i risultati nel lungo termine».

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