[03/10/2008] Energia

Un colpo al cerchio e uno alla botte: inaugurato in Kansas il grande parco eolico made in Enel

LIVORNO. Ieri è stato inaugurato in Kansas il più grande parco eolico mai realizzato sino ad oggi nel mondo: una potenzialità di 250 megawatt che produrrà energia sufficiente ai bisogni (spesso large size) di 85mila famiglie americane. I nuovi impianti eolici di Smoky Hills consentiranno di evitare l’emissione in atmosfera di circa 750 mila tonnellate di anidride carbonica e il consumo di oltre 175 mila tonnellate equivalenti di petrolio all’anno. L’energia prodotta viene consegnata a cinque utilities locali che a loro volta la distribuiscono sul territorio del Kansas.

A costruirlo Enel, attraverso la controllata Enel North America Inc. «Compiamo oggi un nuovo importante passo in avanti nel nostro piano di sviluppo delle fonti rinnovabili e nella ricerca di soluzioni innovative» ha dichiarato Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel- «Un piano del valore di 7,4 miliardi di euro di qui al 2012 – ha proseguito Conti- che ha l’obiettivo di valorizzare le attività di fonte rinnovabile confluite nella nostra nuova divisione dedicata».

Viene da chiedersi se anche questo rientra tra le operazione che frutteranno ad Enel un flusso di cassa stimato, tra il 2008 e il 2012, in 63 miliardi di euro, a fronte di un debito netto che a giugno di quest’anno ammontava a 51,5 miliardi. Una situazione economica che ha comunque permesso ad Enel di ottenere la classe A da parte delle agenzie di rating.

Ed è sulla base di quel flusso di cassa che Enel si dichiara pronta ad investire fino a 20 miliardi di euro per la costruzione di 5 impianti di energia nucleare in Italia, come ha dichiarato ieri in un intervista al Sole 24 ore Fulvio Conti.

Sostenendo quindi che, grazie alla possibilità di autofinanziamento non vi è necessità di investimenti da parte dello Stato, che vi è anche la possibilità di condividere, eventualmente, «l’impegno nel nucleare con altri investitori, come sta facendo la Finlandia» ha sottolineato Conti ieri al quotidiano di Confindustria.

Viene da chiedersi che cosa succederebbe nel caso, non certo auspicabile, che saltasse una delle tessere del puzzle che costituisce attualmente Enel, ovvero una delle società operative per cui Enel si è indebitata, ma che «generano reddito che può essere reinvestito» come sostiene l’amministratore delegato. L’immagine è quella di un castello di carte, al quale una viene a mancare e tutto il resto la segue, cadendo a rotoli. Chi pagherebbe in quel caso, gli attuali e i futuri debiti, compresi quelli contratti per investire nel nucleare? La risposta è semplice, senza dover scomodare nemmeno i riferimenti a eventuali piani tipo Paulsen: i cittadini. Dato che Enel è ancora una azienda di cui l’azionista di riferimento è il ministero dell’Economia.

Torna all'archivio