[03/10/2008] Rifiuti

La Prestigiacomo rimette in pista i Cip6 per i termovalorizzatori: pioggia di critiche

LIVORNO. Dopo le polemiche sollevate dagli emendamenti del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola al cosiddetto decreto sviluppo, ieri è stata la volta del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo a creare discussione sempre a causa di un emendamento. Il ministro dell´Ambiente ne ha infatti presentato uno al collegato alla legge Finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, che riconosce gli incentivi del Cip6 anche per l´energia elettrica prodotta dagli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti.

L´emendamento, presentato di concerto col ministro per lo Sviluppo Economico, interviene nella questione relativa agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, consistenti in una maggiorazione del prezzo di vendita dell´energia elettrica (il cosiddetto Cip6) in questo modo prodotta. L´emendamento riconosce l´agevolazione anche all´energia prodotta dalla combustione di rifiuti non organici, anche se con il solo riferimento «agli impianti, costruiti o in costruzione, che si trovano in zone a rischio emergenza rifiuti dichiarata con provvedimento del presidente del consiglio dei ministri». Quindi anche per quelli previsti nella regione Sicilia. Andando però contro a quanto stabilito dalla direttiva comunitaria 77/2001 che considera energia rinnovabile solo quella prodotta con rifiuti organici, ma non con gli altri, che dovrebbero invece alimentare gli impianti siciliani.

«Si tratta di una vera e propria vergogna che ci riporta fuori dall´Europa e che rischia di far pagare ai cittadini italiani una multa salatissima» è stato il commento di Loredana De Petris del Coordinamento nazionale dei Verdi. Contraria anche Legambiente, che per bocca di Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, sostiene che «non è attraverso l’ennesimo tentativo di forzare le norme italiane ed europee che il nostro Paese riuscirà a risolvere l’emergenza rifiuti».

«Sappiamo già che l’Unione europea boccerà questo provvedimento, eppure il governo non ha esitato ad esporci ad una nuova procedura d’infrazione, promuovendo un intervento utile solo a garantire elevati profitti a chi costruisce gli impianti a scapito dei veri interessi della collettività».

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