[03/10/2008] Comunicati

Paesi Acp verso la globalizzazione, tra crisi economica e cambiamento climatico

LIVORNO. Si conclude oggi ad Accra, la capitale del Ghana, il sesto summit dei Capi di Stato e di governo dei Paesi del gruppo Africa, Caraibi, Pacifico (Acp), creato nel 1975 e che attualmente comprende 79 Stati: 48 Paesi sub-sahariani, 16 dei Caraïbi e 15 dell´area del Pacifico. Al summit di Accra ha partecipato come invitato anche il piccolo Lesotho. Il consiglio dei ministri, presieduto dal Burkina Faso, sta limando il documento finale che dovrebbe riflettere una preoccupata discussione che si è incentrata sulla crisi economica mondiale, l´aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e il suo effetto sullo sviluppo dei paesi Acp e sulla questione energetica, in particolare sull´energia elettrica e il prezzo del petrolio. Il cambiamento climatico, una delle principali preoccupazioni per i piccoli Stati insulari aderenti all´Acp, è stato uno dei temi che hanno sollevato la massima preoccupazione, così come le difficoltà dei negoziati dell´ Economic partnership agreements (Epa).

Aprendo il summit, il presidente del Ghana John Kufuor (che guiderà l´Acp nei prossimi anni) ha detto che «I Paesi Acp sono determinati a permettere ai loro popoli di profittare delle opportunità più che mai crescenti che permetteranno loro di integrarsi utilmente nei sistemi mondiali e di influenzare positivamente lo sviluppo. Tutti i nostri sforzi in materia di matière de sviluppo mirano essenzialmente a promuovere la sicurezza e lo sviluppo umano. Questi due concetti sono inestricabilmente legati e si rafforzano mutualmente. Il gruppo Acp non deve solo preoccuparsi di questi problemi. Da numerosi anni, l´Onu appoggia un Programma di azione per lo sviluppo che ha spinto i governi e le istituzioni multilaterali a riconoscere i legami esistenti tra questi due concetti. L´ambiente, il cambiamento climatico, la migrazione, il rialzo dei prezzi delle derrate alimentari e del petrolio, così come gli accordi di partenariato economico, sono alcune delle difficoltà con le quali gli Stati Acp si confrontano attualmente in materia di sviluppo. La sicurezza umana e lo sviluppo devono concentrarsi soprattutto sui giovani che devono essere portati nella corrente dominante della globalizzazione con competenza, fiducia in sé stessi». Per questo sono necessarie politiche pubbliche per migliorare «l´educazione, i servizi sanitari, le comunicazioni e tutto quel che può avere un impatto sulle persone e le società in una prospettiva equilibrata».

Il presidente uscente dell´Acp, il molto discusso e ricercato dalla Corte internazionale di giustizia Omar Hassan El Bechir, presidente del Sudan, ha ricordato l´aumento dell´instabilità nei Paesi Acp a causa del rialzo vertiginoso dei prezzi del cibo e della crisi economica mondiale, ma anche che «le recenti inondazioni, gli uragani e la desertificazione più che mai in aumento in Africa a sud del Sahara ricordano tutta la fragilità dei Paesi Acp, mentre il cambiamento climatico e i movimenti di persone costituiscono due delle più grandi sfide del XXI secolo. Occorre una cooperazione ed azioni internazionali più forti per affrontare le sfide attuali dello sviluppo. Il coordinamento e la collaborazione tra il mondo sviluppato e il mondo in via di sviluppo sono indispensabili per garantire la trasparenza e il rispetto del diritto nel sistema economico e finanziario mondiale. In quanto Paesi in via di sviluppo, siamo preoccupati per le conseguenze che il regimi commerciali, nel quadro degli accordi di partenariato economico e dell´Organizzazione del commercio, potrebbero avere sul futuro del gruppo Acp, così come sugli stili di vita, la sicurezza umana e lo sviluppo sostenibile negli Stati Acp. Speriamo che questi processi contribuiscano all´inserimento efficace dei nostri Stati nell´economia mondiale e non alla loro marginalizzazione crescente ed alla loro dipendenza dall´aiuto dei Paesi donatori».

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