[30/09/2008] Rifiuti

Sistema Raee, Arienti (Ecodom): «C’è molta strada da fare in termini di qualità»

LIVORNO. Ho letto con interesse su Greenreport del 23 settembre 2008 le dichiarazioni del Presidente di Assoraee, Gabriele Canè, sul nuovo sistema RAEE (vedi link in fondo).

Non è certo la prima volta che qualcuno esprime contrarietà o perplessità sulle molte novità introdotte da questo sistema: in tutto questo tempo (dall’emanazione della Direttiva Europea – inizio 2003 – ad oggi) i Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e i loro Sistemi Collettivi hanno risposto alle critiche lavorando con impegno e determinazione alla definizione, alla costruzione e all’avvio del nuovo modello multi-consortile.
I risultati mi sembrano interessanti: da gennaio 2008 ad oggi sono state gestite circa 25.000 tonnellate di RAEE, ed oltre 2.600 Centri di Raccolta (corrispondenti ad una popolazione di circa 40.000.000 di abitanti) vengono serviti dai Sistemi Collettivi.
Tutto è ovviamente migliorabile, ma il miglioramento richiede tempo e, nel tempo, lo stesso approccio tenace e la paziente con cui abbiamo lavorato negli ultimo cinque anni.

Una delle dichiarazioni di Canè, tuttavia, merita una precisazione: il Presidente di Assoraee sostiene che alcuni Consorzi cercherebbero di imporre “… criteri di qualità diversi da quelli di legge”. Questo non è certo il caso di Ecodom, il Consorzio che si occupa del trattamento dei frigoriferi. Ecodom chiede che i propri partner di trattamento rispettino quanto previsto dalla legge, e verifica sul campo che questo effettivamente avvenga. Questa è la novità: Ecodom – consapevole della criticità ambientale del processo di trattamento dei frigoriferi – ha deciso di “misurare” l’effettivo rispetto di quanto previsto dalla legge.

La verifica sul campo viene condotta in accordo ad una metodologia sviluppata dal WEEE Forum (organismo che raggruppa i quaranta più importanti Sistemi Collettivi europei), da CECED (associazione europea dei Produttori di elettrodomestici) e da EERA (associazione europea delle imprese di trattamento) che permette di misurare in modo oggettivo la quantità di gas ozono-lesivi (CFC/HCFC) che ciascun impianto riesce ad estrarre da un frigorifero.
La verifica è già stata effettuata da Ecodom nel 2008 su 14 impianti in Italia, eseguendo in ciascuno di questi impianti il trattamento di un lotto consistente (circa 100 frigoriferi per la misura del gas estratto dal circuito refrigerante; circa 1.000 frigoriferi per la misura del gas estratto dalle schiume isolanti), e ha dato risultati non positivi per quanto riguarda l’estrazione del gas dalle schiume isolanti: mentre l’impianto migliore ha estratto 153 grammi per ciascun frigorifero, quello peggiore si è fermato a soli 35 grammi, e la media dei 14 impianti è stata pari a 80 grammi!

C’è quindi molta strada da fare in termini di qualità, e il Consorzio Ecodom è determinato a percorrerla: mi sorprende però che il Presidente di Assoraee – che ben conosce la metodologia e i risultati delle verifiche condotte da Ecodom – sembri addirittura mettere in dubbio la necessità di un maggior impegno per migliorare i risultati del trattamento.

*direttore generale del consorzio Ecodom

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