[30/09/2008] Aria

India e Ue tra nucleare, cambiamento climatico e strategiche dimenticanze

LIVORNO. Unione europea ed India hanno raggiunto a Marsiglia un´intesa per rafforzare la loro cooperazione nucleare, puntando soprattutto alla realizzazione del progetto di reattore termonucleare sperimentale Iter.

Il nono summit India-Ue, svoltosi sotto l´interessatissimo patrocinio della presidenza di turno francese dell´Ue, ha salutato la volontà dell´India di «avanzare verso l´energia nucleare civile», un´energia che il presidente del la Commissione europea José Manuel Barroso, il premo ministro indiano Manmohan Singh e il presidente francese Nicolas Sarkozy, hanno definito "pulita" ed utile per contrastare il riscaldamento climatico. Ue ed India concluderanno quanto prima un accordo bilaterale (Eurotom - India sulla ricerca nel campo della fusione nucleare).

Europei ed indiani hanno anche richiamato l´Iran al rispetto delle risoluzioni Onu sul nucleare, un richiamo quantomeno azzardato, visto che l´India non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e continua a fare esperimenti nucleari militari nonostante la moratoria Onu e il trattato che li vieta...

Ma l´Unione europea non può permettersi di fare tanto la schizzinosa davanti ad una delle nuove potenze economiche del mondo, destinata a diventare un grande mercato di prodotti di qualità e un fornitore di beni di largo consumo ed a basso prezzo e di preziosi cervelli per sostenere l´esangue e invecchiata Europa.

Infatti, Ue ed India si sono anche accordate per la conclusione al più presto (nel 2009?) del negoziato sul libero scambio ed hanno approvato un piano di azione comune che rivede il partenariato strategico del 2005 e si estende a nuovi settori. Barroso, Singh e Sarkozy hanno messo la loro firma anche sotto un programma di lavoro comune sull´energia, lo sviluppo "pulito" e il cambiamento climatico, approvati anche un accordo per l´aviazione e l´avvio di un centro europeo di imprese e tecnologie in India che sosterrà la cooperazione economica e scientifica tra Ue ed India.

Lo spettro che si aggirava anche a Marsiglia era quello dell´economia mondiale e del crack finanziario. India ed Europa hanno convenuto che occorre «correggere i disequilibri economici mondiali grazie all´azione concertata dei protagonisti principali dell´economia mondiale» e hanno deciso di convocare un summit mondiale sulla questione entro l´anno. A preoccupare sono lo stallo dei colloqui di Doha (dei quali l´Ue porta non poche responsabilità) e l´insicurezza alimentare dovuta all´aumento dei prezzi dei prodotti di base «che mettono a dura prova la stabilità della crescita se causano ancora più ineguaglianze nel mondo».

Un vero e proprio choc dei prezzi alimentari al quale la comunità internazionale deve reagire attenuando il suo effetto sulle categorie più vulnerabili e con «una risposta perfettamente coordinata e una strategia di insieme per trattare questa questione in maniera integrata, a medio e lungo termine» con priorità per lo sviluppo rurale e l´accrescimento della produttività agricola e nell´ambito di un nuovo partenariato mondiale per l´agricoltura e l´alimentazione.

Nel comunicato finale del summit si legge che per Ue ed India «il cambiamento climatico costituisce una delle grandi sfide della nostra epoca e hanno deciso che lo sviluppo pulito e sostenibile deve essere un tema prioritario comune della cooperazione tra Ue ed India», la richiesta è quella di azioni concrete che coinvolgano tutti i protagonisti. Intanto India e Ue hanno riaffermato di essere «determinate ad accelerare i negoziati in maniera da giungere ad un risultato completo ed ambizioso, entro la fine del 2009, conformemente al principio di responsabilità comune ma differenziata e delle rispettive capacità enunciato nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Coscienti degli sforzi sviluppati da una parte e dall´altra per lottare contro il cambiamento climatico, come prova il Piano di azione nazionale dell´India sul cambiamento climatico e gli obiettivi dell´Unione europea in materia di riduzione delle emissioni di almeno il 20% entro il 2020 (e del 30 % nel caso di un accordo mondiale soddisfacente), i dirigenti hanno deciso di operare in favore di un´azione di cooperazione a lungo termine che comporta un obiettivo mondiale a lungo termine.

L´Ue sembra così acquistare un alleato più certo nella battaglia diplomatica che porterà a Copenaghen, il prezzo da pagare (probabilmente molto gradito a Sarkozy) è quello di una più stretta cooperazione nucleare con un Paese-continente percorso da tensioni religiose, politiche e sociali crescenti e che usa spregiudicatamente il nucleare per confermare la sua egemonia militare, economica e politica in una delle aree più instabili del pianeta.

Torna all'archivio