[29/09/2008] Parchi

Firenze, Del Lungo: «Con lo stadio a Castello forte riduzione del traffico»

LIVORNO. Il progetto avanzato dai Della Valle per il nuovo stadio di Firenze, un progettino chiavi in mano firmato Fuksas, che andrebbe a insediarsi nell´area di Castello trasformandola in una cittadella dello sport, della cultura e (soprattutto) dello shopping, sta infiammando il dibattito fiorentino e rappresenterà sicuramente uno dei temi attraverso i quali saranno sfogliati i petali dei possibili candidati a sindaco delle elezioni della prossima primavera.

Ma al di là del merito del progetto, sul quale ovviamente non mancheranno occasioni di confronto, ci piacerebbe oggi tentare di mettere a fuoco i contorni procedurali dell´intera vicenda e per farlo abbiamo chiesto lumi all´attuale assessore all´ambiente del comune di Firenze, Claudio Del Lungo.(Nella foto)

Assessore Del Lungo, al di là del merito, oggi il nocciolo della vicenda ci sembrano le procedure urbanistiche e non solo. Fino ad oggi sono state rispettate e saranno rispettate anche nel caso di una delibera di Giunta che vada a modificare il piano regolatore rendendolo pronto all´eventuale realizzazione del progetto Della Valle?
«Allora, intanto bisogna ricordare che il piano strutturale di Firenze è in dirittura d´arrivo. Ha raccolto tutte le osservazioni, le ha recepite o contro dedotte, ha risposto a tutte le prescrizioni della Regione e quindi è pronto per essere approvato. L´approvazione deve avvenire sicuramente entro questa legislatura, quindi entro la prossima estate, ma l´assessore Biagi sperava di riuscire ad arrivarci già entro la fine di dicembre».

Questo piano strutturale ovviamente non contempla l´ipotesi del nuovo stadio. In che modo potrà essere modificato il piano regolatore?
«E´ evidente che se si introduce una modifica sostanziale bisognerebbe rifare tutto daccapo e mi sembra improponibile. L´unica cosa possibile credo sia quella di una previsione di larga massima che prevede la delocalizzazione dello Stadio ma che non individua il luogo».

Per un progetto del genere che tipo di verifiche ambientali devono essere fatte? Nessuno finora, mi sembra, ha parlato per esempio di Via.
«Lo stadio in sé non è nelle elenco delle opere soggette a valutazione di impatto ambientale, a meno che il riassetto urbano non interessi un´area superiore ai 10 ettari, quindi bisogna capire bene di quale progetto si parla. Lei giustamente parla solo dello stadio e quindi in quel caso la Via non serve, ma ai Della Valle ovviamente interessa più il contesto intorno allo stadio che lo stadio stesso, perché il loro obiettivo è che quest´investimento produca soldi per la fondazione che li reinvestirà nella Fiorentina. Ecco, se quindi insieme allo stadio rimane anche tutto il resto allora la Via dovrà essere fatta e comunque a naso direi che in ogni caso i benefici ambientali saranno maggiori degli svantaggi».

Facciamo uno strappo, stiamo entrando nel merito del progetto. Perché secondo lei vi saranno vantaggi ambientali?
«Noi abbiamo tutti dati di chilometraggio per i 4mila cordoni fiorentini di origine/destinazione, sappiamo quanti veicoli vanno verso lo stadio ogni volta che c´è una partita o un concerto. Lo stadio a Castello sposterebbe il traffico fuori città e i chilometri percorsi sarebbero molti meno, anche perché a Castello domani ci arriveremo con il treno che avrà una sua stazione, con il tram che arriva lì attraversando tutto il parco e con l´aeroporto che è a due passi».

Ovviamente l´impatto ambientale non potrà misurarsi esclusivamente attraverso il pur importante parametro del traffico, ma tornando al metodo: non crede che un progetto destinato a cambiare una parte della città, ma anche probabilmente ritmi e spostamenti dei cittadini, dovrebbe essere affrontato fin dall´inizio attraverso il percorso partecipativo elaborato dalla nuova legge regionale sulla partecipazione?
«Il piano strutturale ha un percorso fortemente partecipato. Le leggi 5 e 1 fanno entrambe riferimento al garante dell´informazione inventato da me e Franchini nel 2004: una volta adottato il cittadino fa le osservazioni che devi accogliere o contro dedurre una per una. Il passaggio successivo è in Regione che poi lo rimanda al Comune per le eventuali correzioni».

Siamo d´accordo, ma l´introduzione nel piano strutturale di una "previsione di larga massima per la delocalizzazione dello stadio" non avrebbe passaggi partecipati.
«Ma questa modifica saranno 3 righe da aggiungersi magari nella parte introduttiva del piano strutturale, la partecipazione in questo caso non è cogente, mentre la attiveremo nel momento in cui si fa la modifica del piano strutturale. Ora si tratta soltanto di un atto di indirizzo che si studierà un´ipotesi del genere. Comunque le assicuro che se oggi andassimo a chiedere ai 50mila cittadini di Campo di Marte troveremmo il 99% favorevoli alla delocalizzazione. E anche i tifosi che fino a poco tempo fa erano contrari soprattutto per ragioni affettive, oggi sono molto più favorevoli».

A parte il fatto che così come la partecipazione non determina a prescindere la decisione migliore, così non la determina la maggioranza delle opinioni. Comunque c´è anche un altro elemento da tenere in considerazione, ovvero il piano del commercio.
«Infatti la Regione ha subito detto che di nuovi centri commerciali non se ne parla almeno fino al 2010, come previsto dal piano del commercio. Inoltre un altro elemento su cui stiamo discutendo troppo poco è il futuro dell´Artemio Franchi, che è anche tutelato dalla sovrintendenza: è chiaro che abbandonarlo sarebbe un´offesa grave a tutta la città, per quello che rappresenta e per quello che può ancora dare. E´ quindi necessario sviluppare un dibattito e un confronto anche su questo tema».

Torna all'archivio