[24/09/2008] Aria

La guerra fredda del Fulton bis e il nucleare iraniano

LIVORNO. Il portavoce del ministero degli esteri russo Andreï Nesterenko ha detto oggi alla stampa che «Mosca non vede la necessità di incontri urgenti dei 6 Paesi mediatori nel dossier nucleare iraniano sulla quale insistono gli Stati Uniti. Per il momento, le prospettive di proseguire il lavoro diplomatico sono reali, cosa confermata anche dall´Iaea che ha l´ultima parola nelle questioni nucleari.

Secondo noi non c´è fretta e in tutti i casi non c´è nessun motivo di lasciar cadere tutto e di precipitarsi a discutere del dossier nucleare iraniano al margine della sessione dell´assemblea generale (dell´Onu), i cui ordine del giorno è già sufficientemente carico».

Nesterenko ha ricordato anche che il presidente russo Dmitri Medvedev il 12 settembre aveva già detto che nuove sanzioni contro l´Iran erano inopportune.

Il riposizionamento russo dopo la crisi georgiana è rapidissimo e sembra sorprendere europei ed americani per la sua determinazione, Nesterenko non si perita di toccare i nervi scoperti dell´Occidente: «Esistono questioni molto più urgenti, per esempio la situazione in Afghanistan e sulla frontiera afghano-pakistana. Però i nostri partner occidentali non sembrano premere per discutere di questo problema in maniera collettiva. La Russia è pronta a lavorare sulla regolamentazione della situazione in Afghanistan.

Sfortunatamente l´attività del consiglio Russia-Nato è congelata per iniziativa di Washington, mentre il tema afghano è in prima fila all´interno di quel Consiglio. Siamo evidentemente favorevoli a tutte le intese in vigore sull´Iran, e proponiamo di continuare il lavoro per raggiungere obiettivi comuni, benché tra noi esistano divergenze tattiche».

Come se non bastasse, Nesterenko ha chiesto a Washington di chiarire la sua politica nei riguardi della Russia «Che oscilla tra condanna e appelli al dialogo. Sarà bene che Washington decida una volta per tutte quel che vuole fare delle sue relazioni con Mosca. Se gli americani vogliono "punire" la Russia, è una cosa, se accettano che noi abbiamo degli interessi congiunti che occorre promuovere, è un´altra cosa». Una risposta dura al portavoce di Condoleeza Rice, Sean McCormack, che aveva proposto di mettere da parte le divergenze e di cooperare sugli interessi comuni.

«Ci siamo sempre opposti a che le nostre relazioni fossero vittima di disaccordi su alcune questioni. Ma la posizione americana necessita di chiarimenti - ha detto Nesterenko - Gli Usa politicizzano all´estremo l´adesione della Russia all´Organizzazione mondiale del commercio ed all´Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo, cosa che il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha confermato in un discorso pronunciato il 18 settembre a Washington, qualificato da alcuni come "Fulton bis"».

Un riferimento velenosissimo, soprattutto dopo che ieri all´Onu George W.Bush aveva praticamente inserito la Russia tra gli Stati canaglia insieme a Siria e Iran: nel 1946 a Fulton, in Missouri, Winston Churchill sottolineò la necessità di un´alleanza tra Gran Bretagna e Usa di fronte all´espansionismo sovietico, un discorso che è considerato come l´inizio della guerra fredda.

Chissà come se la ride sotto la sua barbetta islamica il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che ieri all´Onu aveva detto che «Malgrado il diritto di tutte le Nazioni, tra cui l´Iran, a produrre l´energia nucleare a fini pacifici, malgrado la trasparenza di tutte le attività iraniane e la piena cooperazione del nostro Paese con gli ispettori dell´Agenzia internazionale dell´energia atomica e la conferma ripetuta dall´Agenzia che le attività dell´Iran sono pacifiche, qualche potenza utilizza l´intimidazione cercando di mettere ostacoli sul cammino delle attività nucleari pacifiche della nazione iraniana, esercitando pressioni politiche ed economiche contro l´Iran, minacciando e facendo pressioni sull´Iaea. Sono le stesse potenze che producono nuove generazioni di armi nucleari mortali e possiedono stocks di armi nucleari che non sono sorvegliate da alcuna organizzazione internazionale. E le tragedie di Hiroshima e Nagasaki sono state perpetrate da una tra queste».

Ahmadinejad ha accusato le stesse "potenze" (tra le quali non dovrebbe comprendere gli amici russi) di non essere «contro le armi ma di opporsi al progresso delle altre nazioni. Hanno la tendenza a monopolizzare le tecnologie e ad utilizzare queste tecnologie per imporre la loro volontà sulle altre nazioni». Una retorica terzomondista che trova nuovamente sponda a Mosca e orecchi sempre più attenti nei Paesi in via di sviluppo. Il tutto condito dall´orgoglio nazionalistico e dal richiamo all´islam:

«Il popolo iraniano, con la sua speranza in Dio, la sua determinazione, la sua fermezza e con il sostegno dei suoi amici, resisterà alle intimidazioni e continuerà a difendere i sui diritti. La nazione iraniana è per il dialogo Ma non accetta e non accetterà richieste illegali. E´ venuto il tempo per l´Iaea di presentare un rapporto chiaro alla comunità internazionale sul controllo del disarmo di queste potenze nucleari e delle loro attività nucleari. E´ necessario che sia costituito un comitato di disarmo da Stati indipendenti per sorvegliare il disarmo di queste potenze nucleari».

Ogni riferimento agli Usa non è casuale, come non è casuale che la Russia abbia voluto rompere l´isolamento iraniano il giorno dopo il discorso di Ahmadinejad in maniera tanto clamorosa.

Torna all'archivio