[26/04/2006] Rifiuti

Chernobyl, vent´anni dopo: la paura non è ancora finita

CHERNOBYL (Ucraina). A 20 anni esatti dal più grande disastro del nucleare civile che si conosca, bisogna ancora mettere sicurezza il sarcofago del reattore numero 4 di Chernobyl (nella foto). Davanti allo scheletro della centrale nucleare ucraina, Angelo Gentili, responsabile del Progetto Chernobyl di Legambiente, spiega che «il sarcofago è in uno stato precario». «I tecnici del sito nucleare – dice Gentili – hanno riscontrato crepe di 1000 mq e sono ben 2.200 i metri cubi d’acqua piovana che filtrano ogni anno nelle mura dell’enorme costruzione. Il muro sulla parte ovest dell’edificio – dice Gentili – si è inclinato di ben 60 cm. Mentre sul lato sud si è creato uno squarcio e il tetto resta pericolante. Se la struttura che copre l’unità 4 dovesse cedere, la catastrofe sarebbe ben peggiore di quella dell’86».

Legambiente e Arpa Emilia Romagna hanno avviato anche una nuova campagna di monitoraggio su acqua, aria, suolo, carne, latte e uova, che terminerà il 2 maggio, sono già disponibili i risultati della provincia di Chojniki (tra Chernobyl e Kiev) e la contaminazione risulta tra i 300 ai 1800 (Milli) Sv (il Sievert è la misura delle radiazioni ionizzanti assorbite da un tessuto tenendo conto degli effetti biologici) mentre il valore in natura dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 mSv/h.
La delegazione di Legambiente, che oltre a Gentili comprende anche altri toscani impegnati nella solidarietà alle popolazioni colpite dal fall-out atomico, è in Ucraina per celebrare il ventennale del terribile incidente ed ha incontrato la presidente dell´associazione dei liquidatori di Cernobyl. «La
drammaticità dell´incidente – spiega Francesco Ferrante, direttore del Cigno verde – è ancora oggi vivissima: sono un milione e 200mila le persone che abitano i 150.000 kmq di territorio contaminato. Ma Chernobyl sembra essere stata cancellata dall´elenco delle emergenze globali. Tanto che oggi nei piani governativi ci sono già 11 nuove centrali nucleari, anche se solo 2 sono in costruzione e altre nove al momento restano su carta. Mentre Yuschenko annuncia un’impresa impossibile: la costruzione del nuovo sarcofago entro l’estate 2006. Non è chiaro come siano stati impiegati i 600 milioni di dollari raccolti per la messa in sicurezza, a fronte del miliardo
necessario per la realizzazione del nuovo sarcofago».

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