[23/09/2008] Energia

La montagna pistoiese strizza l´occhio alle biomasse ( a filiera corta)

LIVORNO. L’energia alternativa e rinnovabile tira. Lo dimostrano i numeri e la quantità di iniziative che ormai si moltiplicano in tutta Italia sia a livello di realizzazione di impianti, sia di informazione e formazione. Anche a Pistoia se ne sta discutendo, in particolare degli impianti a biomasse.

Un tema sul quale la Provincia di Pistoia, assieme a quella di Bologna, ha organizzato un convegno al quale hanno partecipato tecnici e imprenditori dei settori meccanico, distribuzione energia e forestale, amministratori locali e progettisti (pubblici e privati), insieme alla presenza di rappresentanti delle associazioni di agricoltori, boscaioli e della stessa Associazione industriali. Il convegno si è tenuto nella sala del Palazzo dei Vescovi (g. c. Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia), e la Provincia di Pistoia – segnala in una nota – che i partecipanti «hanno segnalato l’esigenza diffusa a Pistoia di maggiore conoscenza e di una concreta operatività sul tema delle energie rinnovabili e della costruzione di veri e propri distretti produttivi legati alla filiera “energia”».

Il convegno è stato luogo di confronto tra le diverse esperienze per la promozione dell’uso delle biomasse di origine forestale nell’Appennino tosco-emiliano insieme alla promozione delle tecniche del risparmio energetico nelle aree montane.

Particolarmente significativi – si legge sempre nella nota - gli interventi dei progettisti che hanno dimostrato la validità economica ed ambientale degli impianti funzionanti a biomasse di origine agro-forestale. Gli assessori all’energia delle Province di Bologna Emanuele Burgin e Pistoia Giovanni Romiti hanno espresso nei loro interventi l’intenzione di accelerare gli strumenti di pianificazione, attraverso i Piani energetici provinciali, e gli atti per la costruzione di una filiera produttiva di energia con l’auspicio di una percentuale sempre maggiore di indipendenza dai prodotti petroliferi e di uno sviluppo locale sostenibile ambientalmente ma anche socialmente. In tal senso si è espresso anche il sindaco di Pescia Antonio Abenante.

Apprezzamenti e numerose richieste di informazioni alla fine della serata sono giunti da alcuni imprenditori che si sono resi disponibili per una collaborazione fattiva nell’ottica di una politica di “distretto produttivo”.

Tecnicamente gli impianti a biomasse, per quanto a nostra conoscenza, trovano la loro ragione di esistere proprio nelle zone montane dove riescono ad essere alimentati con le biomasse locali. Ricordiamo che il Pier prevede che un impianto sia alimentato da biomasse provenienti entro 70 chilometri di distanza dall’impianto stesso. Bruciarvi olio di palma proveniente dai paesi dell’altra parte del mondo ha invece tutta un’altra motivazione (economica) che assai difficilmente – anche se il tema è ancora assai dibattuto – riesce a rendere l’impianto sostenibile dal punto di vista ambientale e anche sociale.

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