[22/09/2008] Comunicati

Protocollo di Kyoto, neppure il futuro presidente Usa aderirà?

LIVORNO. Secondo quanto espresso dagli advisor dei due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti nel corso di un incontro bilaterale con Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente, «è prevedibile che gli Usa non aderiranno ad un accordo globale sul modello del Protocollo Kyoto, preferendo un approccio bilaterale o trilaterale, con India e Cina, finalizzato allo sviluppo e trasferimento di nuove tecnologie e alla protezione della competitività delle imprese americane».
La Presidenza americana entrante, infatti, avrà – viene sostenuto nella nota ministeriale - «il compito di affrontare prioritariamente la congiuntura economica interna, e il tema dei cambiamenti climatici è percepito come un fattore di rallentamento della crescita, non come volano economico».

Non certo una buona notizia, se venisse confermata, alla quale non vorremmo proprio credere. E a tal proposito Clini, si legge sempre nella nota del ministero, «ha sottolineato che lo sforzo unilaterale di riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra dell’Unione Europea avrà efficacia solo se gli Usa assumeranno analoghi impegni: infatti, l’impegno onerosissimo (1% del PIL) dell’Europa per modificare il sistema energetico avrà un effetto simbolico sulla riduzione delle emissioni globali ( 2%), e solo un’iniziativa congiunta delle più forti economie (USA/Europa/Giappone) potrà avere effetti significativi».

E’ stata l’Università di Harvard a ospitare la conferenza dal tema “Agire in tempo sulla politica energetica” nel corso della quale Clini ha presentato i nodi critici delle discussioni in corso sui cambiamenti climatici in ambito G8 ed ha segnalato, come detto, l’urgenza di sviluppare una partnership efficace tra Ue e Usa per la promozione a livello globale delle tecnologie a basso contenuto di carbonio.

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