[26/04/2006] Comunicati

Energia e acqua, aumentano le proteste dei cittadini.

ROMA. Cittadinanzattiva ha presentato il dossier «Servizi pubblici in Italia? Scusate il ritardo», una fotografia dei servizi italiani visti dai consumatori. La crisi del gas e il caro petrolio hanno spostato l’attenzione dei consumatori sugli inevitabili aumenti tariffari. Per l’Istat i servizi di pubblica utilità per casa, acqua, elettricità e combustibili sono quelli che nell´ultimo anno sono cresciuti di più, 4,9%, dopo i trasporti. «Nello specifico – si legge nel dossier – tra gennaio 2005 e
gennaio 2006, le tre voci sono aumentate rispettivamente del 4,9%, del 7,7% e del 9,5%. Complessivamente tra gennaio 2000 e gennaio 2006 l´aumento è stato del 23% per l´acqua potabile, del 15% per l´energia elettrica e del 30% circa per il gas».

Con il caro tariffe aumentano le lamentele (+14% rispetto al 2004) e le accuse di scarsa trasparenza alle aziende che erogano il servizio. «Il riferimento in particolare – scrive Cittadinanzattiva – è alle scarse informazioni relative alla normativa a tutela dei consumatori (nel 46% dei casi, i call center dedicati non forniscono informazioni sulla possibilità di rateizzazione delle bollette o sulle modalità per ottenere un rimborso), alla scarsa comprensione delle bollette (44% dei casi), alle condizioni contrattuali poco chiare (7%), alla difficoltà di individuare le strutture territoriali alle quali inoltrare richieste o reclami (3%). In generale, in termini di qualità del servizio, le principali aree di criticità riguardano discontinuità e inaffidabilità (44% selle lamentele riguardanti la scarsa qualità del servizio), servizi del tutto carenti (25%, è principalmente il caso dell’acqua), ritardi nell’attivazione della fornitura (16%), con attese anche di sei mesi per ottenere una nuova fornitura del gas o l’installazione del contatore. Ulteriori segnalazioni attinenti la scarsa qualità riguardano il trattamento riservato agli utenti (9%) e gli sprechi (3%). Per ogni 100 segnalazioni in tema di energia, il 42% sono per disservizi nell’erogazione di energia elettrica, il 36% per l’acqua il 22% per il gas. Un’emergenza che ha spinto Cittadinanzattiva a fare proposte precise: piano nazionale di monitoraggio sul servizio idrico con il diretto coinvolgimento dei cittadini utenti; adeguata informazione alla popolazione sul corretto uso dell’acqua, risparmio energetico e fonti rinnovabili; semplificazione della struttura tariffaria delle bollette; riduzione dell’Iva dal 20 al 10% per il gas ad uso domestico; centri territoriali d’informazione, assistenza e intervento in tema di fonti rinnovabili; agevolazioni fiscali per la realizzazione di opere e per l´acquisto di beni e servizi connessi all´utilizzo delle fonti rinnovabili.

«Occorre comprendere – commenta il responsabile energia di Cittadinanzattiva, Rodolfo Schiavo – che l’energia non può più considerarsi un business di pochi ma deve essere gestita per quella che è, ovvero un diritto di tutti i cittadini che come tale deve essere garantito. Se è vero che la cittadinanza è chiamata a fare la propria parte, modificando alcune abitudini, risparmiando energia e utilizzando in modo razionale l’acqua, è altrettanto vero che non si possono chiedere sacrifici ai cittadini se prima non si imposta una politica energetica che favorisca e incentivi il risparmio energetico e l´efficienza energetica negli usi finali. E’ ora – conclude Schiavo – che istituzioni e operatori intervengano su questa pseudo-liberalizzazione, ponendo fine ai monopoli ancora esistenti e dando vita ad un Piano energetico Nazionale che dia finalmente impulso alle fonti di energia rinnovabili».

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