[22/09/2008] Acqua

Gli alberghi consumano meno acqua di ville e seconde case

LIVORNO. La rivista ScienceDirect pubblica un interessante articolo, "Tourist land use patterns and water demand: Evidence from the Western Mediterranean", che riassume una ricerca del dipartimento di analisi geografico regionale dell´università di Alicante e del dipartimento di geografia dell´università di Barcellona.

Lo studio parte dalla considerazione che il turismo rappresenta ormai una fondamentale risorsa economica per molte città, regioni e Paesi in tutto il mondo, ma è anche una delle principali cause del cambiamento ambientale globale e può avere effetti deleteri su un certo numero di risorse ambientali particolarmente critiche, come l´acqua.

Lo studio delle università iberiche si interessa naturalmente del turismo nella regione mediterranea dove, a causa della siccità estiva e le grandi concentrazioni di turisti stagionali, sono forti le preoccupazioni per le risorse idriche.

Le destinazioni turistiche sono naturalmente diverse tra loro per consumo d´acqua ed altre risorse, la ricerca si focalizza sul caso di Benidorm (nella foto), sulla costa dell´Alicante, uno dei maggiori centri turistici del sud Europa con 5 milioni di visitatori annui. Originariamente Benidorm era un piccolo villaggio di pescatori di 2000 persone, ora ha una popolazione di 60.000 abitanti e ci arrivano ogni anno più turisti britannici di quanti ne vengano in tutta l´Italia.

Benidorm, fitta di albergoni, non è certamente un bel vedere, ma dallo studio emerge che alberghi e centri turistici consumano meno acqua per ospite rispetto alle seconde case per vacanze e che il consumo idrico cambia molto a secondo del predominare di un modello turistico rispetto ad un altro (campeggi, alberghi, villaggi vacanza, appartamenti, abitazioni isolate, ville...)

Osservando i diversi modelli di consumo idrico, dallo studio viene fuori che «la densità è una variabile cruciale per comprendere il contesto economico, sociale, ambientale e del turismo».

La "sorpresa" è che una "città turistica" può rendere più efficiente l´uso delle risorse idriche locali rispetto alle più discrete ville. Infatti gli alberghi consumano meno acqua e ne scaricano di meno ed hanno una migliore gestione dei rifiuti rispetto alle seconde case ed alle ville per i più ricchi.

Gli ospiti degli alberghi usano tra i 174 e i 361 litri di acqua pro-capite al giorno, i turisti delle seconde case tra i 72 e i 359 litri, ma i picchi di questo segmento turistico sono di gran lunga maggiori: una villa può arrivare fino a 2.000 litri pro-capite giornalieri se dispone di piscina e prati.

Secondo i ricercatori spagnoli questo è esattamente il problema del turismo attuale: «La tendenza è quella di case più grandi e piscine più grandi e ad un tipo di accommodation associato al turismo del golf. Negli ultimi cinque anni c´è stata un´enorme crescita di costruzioni di nuove abitazioni, la maggior parte singole e costruite nell´entroterra. Il problema, con una tale dispersione di alloggi, non è solo quello della piscina e dei prati che hanno bisogno di più acqua che una camera d´albergo. Pensate alla quantità di tubi e linee elettriche è necessario mettere in opera». Inoltre una rete di distribuzione più ampia è anche più difficile da manutenere ed ha un costo di servizio maggiore.

Sembra un controsenso, se si guarda ai mega-alberghi, ma se si prendono le cifre di acqua e rifiuti domestici, gli insediamenti "densi", spesso brutti, e poco costosi, per l´ambiente sembrano essere più sostenibili del turismo di lusso e delle seconde case.

Ma gli stessi ricercatori spiegano che «Questo non vuol dire che i mega-insediamenti siano una opzione verde per le nostre coste». Lo sviluppo urbano costiero significa la realizzazione di strade e pavimentazioni «Questo sconvolge il naturale ciclo idrologico, l´assorbimento preventivo dell´acqua da oparte del suolo e crea bolle di calore, un effetto noto come isola di calore urbana».

La soluzione non è quindi quella della "città vacanza", i ricercatori propongono al contrario la valorizzazione delle risorse naturali sull´esempio di quanto succede alle isola Galapagos o nel West coast trail in British Columbia, Canada, dove si cerca di limitare il numero di visitatori e di incoraggiare l´ecoturismo, ma non si nascondono che con la crescente classe media globale si estende il numero di persone che possono permettersi una vacanza e che desiderano vedere il mondo.

Quindi, secondo la ricerca spagnola, «Per il Mediterraneo e per altre regioni dove l´acqua è scarsa, specialmente durante il periodo estivo, il modo migliore per cogliere i vantaggi economici, pur preservando le risorse naturali, è quello di pensare in modo urbano».

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