[17/09/2008] Acqua

Ato3 - Publiacqua, botta e risposta tra Marcheschi e l´assessore Betti

FIRENZE. Dibattito aspro in Consiglio regionale sulla vicenda Ato 3-Publiacqua con al centro la transazione tra Autorità di ambito ottimale Medio Valdarno e gestore del servizio pubblico, di cui greenreport ha già riferito nei giorni scorsi. «Al di là dello specifico ruolo assegnato alla Regione dalla normativa vigente, riconosciamo quale obiettivo di fondamentale importanza la tutela dell’utente del servizio idrico integrato e pertanto siamo fortemente impegnati a seguire attentamente l’iter di attuazione della delibera del Coviri (Comitato di vigilanza delle risorse idriche ndr) compreso l’eventuale ulteriore dibattimento giuridico in caso di ricorso al Tar da parte dell’Ato» dichiara l’assessore al servizio idrico Marco Betti in risposta ad un’interrogazione presentata dal gruppo Fi-Pdl sulla vicenda.

«La revisione tariffaria straordinaria che sta alla base della transazione riguarda aspetti tecnici assai complessi e controversi sul piano nazionale dal punto di vista giuridico, che attengono al rapporto contrattuale ed economico tra Autorità e soggetto gestore - ha continuato Betti - L’Ato ha riconosciuto a Publiacqua la cifra complessiva forfettaria di oltre sei milioni per: mancati ricavi riferiti al periodo 2002-2006; mancata gestione dei comuni del Valdarno aretino nel 2002; vendita di acqua all’ingrosso nel periodo 2002-2006; svolgimento di prestazioni accessorie (volture, tarature di contatori, verifiche di pressione) come disciplinate da patti aggiuntivi tra soggetto gestore e autorità; valutazione del corrispettivo per lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura».

L’assessore citando la sentenza del Coviri che ha sancito l’obbligatorietà del recupero della somma riconosciuta al soggetto gestore da parte dell’Autorità d’ambito, ha sottolineato che «sarà nostra cura vigilare attentamente sul rispetto da parte dell’Ato e Publiacqua dei deliberati dei tribunali amministrativi competenti, una volta raggiunto il pronunciamento finale».

Secca la replica del consigliere di Forza Italia Paolo Marcheschi. «Nonostante un Comitato ministeriale abbia sanzionato l’AAto Medio Valdarno di avere indebitamente riconosciuto al gestore Publiacqua la somma di 6.2 milioni di euro e che l’aumento della tariffa prevista per la tale restituzione rappresenti un danno all’utenza, la Giunta è stata capace solo di rispondere che seguirà la vicenda, in pratica ha fatto come Ponzio Pilato se ne è lavata le mani. L’ assessore non entra nel merito, non fa chiarezza sulla vicenda che è gravissima, perché dimostra che non c’è controllo sul sistema di gestione del servizio idrico. Controllori (Aato – consorzio di Comuni) e controllati (Publiacqua per il 60% partecipata dai comuni) sono gli stessi: cioè i comuni trovano sempre il modo di accordarsi a discapito degli utenti. Una risposta seria – conclude Marcheschi - sarebbe stata quella di aprire un’inchiesta ufficiale in merito e accertare se effettivamente gli utenti hanno già iniziato a pagare questi 6.2 milioni di euro. Inoltre, sarebbe stato opportuno prendere provvedimenti per fare chiarezza sulle normative. La fine della vicenda di questo scandalo è sempre la stessa: gli utenti pagheranno somme indebite senza avere risposte da coloro che li rappresentano e li dovrebbero tutelare».

Controreplica direttamente a greenreport l’assessore Betti ribadendo la sua posizione: «Marcheschi mi può anche offendere e dire quello che vuole. Io avevo il dovere di spiegare tutta la vicenda e ho sottolineato come i due soggetti Aato e Publiacqua siano due soggetti giuridici autonomi e le scelte rimangono di loro competenza. Poi è intervenuta la sentenza del Coviri a cui l’Aato dovrà rispondere vedremo se con un ricorso al Tar. Noi seguiremo e vigileremo per quanto di nostra competenza fino alle ultime deliberazioni. Per quanto riguarda le affermazioni critiche di alcuni consiglieri su controllore e controllato, cioè sul sistema in essere- conclude l’assessore- in Toscana è stato scelto un sistema misto pubblico-privato, legittimo e previsto dalla legge».

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