[17/09/2008] Aria

Tetti bianchi contro il cambio di clima

LIVORNO. Partita dalla California, un’interessante notizia sta facendo il giro del mondo e se convalidata potrebbe contribuire a migliorare le sorti del pianeta: uno studio della prestigiosa Università di Berkley, presentato la settimana scorsa a Sacramento in occasione dell´annuale conferenza californiana sui cambiamenti climatici e pubblicato sulla rivista scientifica “Climatic Change”, dimostrerebbe che è sufficiente ridipingere di bianco almeno le 100 principali città della Terra per annullare l´effetto di 44 miliardi di tonnellate di gas serra, ovvero più di quanto immettono ogni anno nell´atmosfera tutte le nazioni del mondo.

In particolare le soluzioni studiate dai ricercatori si concentrano sul pitturare di bianco i tetti delle abitazioni e degli immobili in generale e di sostituire il catrame con il cemento per la pavimentazione di strade, piazze e marciapiedi. Lo studio dimostra che un tetto di circa trecento metri quadri con una copertura bianca farebbe risparmiare più o meno dieci tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell´atmosfera all´anno.

Globalmente, i tetti coprono circa il 25 per cento della superficie della maggior parte delle città e la pavimentazione circa il 35 per cento. Se nelle cento maggiori aree urbane si adottassero superfici con materiali riflettenti, si taglierebbe la crescita di più di dieci anni di emissioni.

Lo stesso Ipcc, l´organismo scientifico istituito dall´Onu per monitorare e contrastare il riscaldamento globale, ha più volte denunciato come lo scioglimento dei ghiacci ai poli rischia di far accelerare la crescita delle temperature proprio per il venir meno della loro fondamentale capacità riflettente. I risultati della ricerca (“Global Cooling: Increasing World-wide urban Albedos to Offset CO2” curata dal prof. Hashem Akbari del Heat island group presso l’Ernest Orlando Lawrence Berkeley National Laboratory) sono stati dimostrati sia attraverso proiezioni matematiche sia con modelli di laboratorio e la loro efficacia è risultata talmente evidente anche perché lo Stato della California ha deciso di rendere obbligatoria la conversione dei tetti in materiale riflettenti già dal prossimo anno.

Se però su scala globale la validità del sistema pare ancora da valutare con attenzione, più facile immaginare un´efficacia del provvedimento su scala locale, per tagliare i costi energetici legati al condizionamento delle abitazioni e ridurre il cosiddetto effetto "isola di calore", ovvero il fenomeno che porta le temperature dei centri abitati a essere stabilmente superiori di qualche grado a quelle registrate fuori dai centri abitati.

Tuttavia questa ricerca, pur avendo analizzato anche gli ipotetici costi e tempi di attuazione a livello globale, non tiene conto di un importante e non sottovalutabile effetto Nimby: infatti basta ipotizzare cosa penserebbero i conservatori britannici nel vedere la propria capitale ridipinta di bianco, perdendo per sempre quel suo “malinconico” grigiore che l’ha resa famosa nei secoli, oppure cosa ne penserebbero gli abitanti di Praga, resa celebre nell’immaginario collettivo di mezzo mondo dai suoi romantici tetti rossi (per non parlare, per rimanere più vicini a noi, al cotto dei centri urbani toscani).

L’idea dei ricercatori di Berkley è sicuramente geniale ed oggettivamente realizzabile, anche grazie ai costi contenuti rispetto a soluzioni più tecnologiche (esempio la riconversione degli impianti industriali), ma è altrettanto oggettivo il fatto che è perseguibile solo in America ed in altri pochi stati del pianeta, sicuramente non nei centri storici europei, poiché quasi tutti tutelati (almeno in parte) dall’Unesco e comunque protetti da vincoli artistici e paesaggistici. Pensare globalmente e agire localmente, appunto.

(nella foto la bianca Ostuni)

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