[16/09/2008] Energia

Il governo vuole centralizzare la competenza sull´energia. E Bramerini non ci sta

LIVORNO. «Bisogna riportare la competenza esclusiva sull´energia allo Stato centrale». Così il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola nel corso del suo intervento alla tavola rotonda - Energia e prezzi - organizzata dalla Conferenza nazionale di organizzazione della Uil.

«Abbiamo bisogno di tornare indietro - ha detto Scajola - su un errore madornale che il nostro Paese ha fatto. Una riforma costituzionale che ha introdotto la legislazione concorrente tra Regioni e Governo centrale sul tema dell´energia».

Secondo il ministro un problema come quello energetico «non può essere in mano a una Regione» e bisogna «riportare la competenza esclusiva dell´energia allo Stato centrale». Per Scajola questa è la via per superare il problema dei veti che spesso si solleva quando bisogna costruire nuove infrastrutture energetiche.

«La politica con la P maiuscola - ha detto - non si deve occupare del consenso immediato, deve dettare le strategie».

L’esternazione di Scajola arriva proprio quando la Regione Toscana ha annunciato, dopo la prima riunione del tavolo di confronto in materia di energia tra Regione e Province tenutosi a Firenze sabato, che tra i principali compiti che si è dato ci sono quelli di assegnare alle province gli obiettivi per la produzione di energia utilizzando fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica di aziende, edifici pubblici e abitazioni private, semplificare le procedure per cittadini ed imprese, favorendo così la realizzazione di piccoli e medi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, creare un vero e proprio sistema informativo energetico regionale condividendo i dati raccolti e gli obiettivi fissati dalla Regione e dalle dieci province toscane, realizzare il piano regolatore dell´eolico ed armonizzare tra loro gli strumenti di governo del settore energia, cioè i Piani energetici provinciali e quello regionale.

Mentre la Regione è al lavoro per decentralizzare i piani energetici alle province, il governo annuncia di voler centralizzare e l’assessore Anna Rita Bramerini (Nella foto), interpellata nel merito da greenreport, non ci sta: «Trovo assolutamente non in linea con le scelte europee le dichiarazioni del ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, che prima afferma di voler centralizzare le competenze in materia di energia e poi svela le ragioni della sua uscita: l´obiettivo del Governo è infatti quello di arrivare, entro il 2020 a produrre il 25% dell´energia elettrica attraverso il nucleare, potendo decidere dall´alto e senza ostacoli dove collocare le centrali. Si tratta invece di scelte che non si possono compiere senza coinvolgere gli amministratori locali e i cittadini. Eppure - prosegue - non è delle Regioni la responsabilità di bloccare la realizzazione delle grandi infrastrutture, come in Toscana è dimostrato dalle vicende del rigassificatore e del gasdotto algerino, due casi in cui la Toscana ha raccolto la sfida della diversificazione delle fonti energetiche e di garantire maggiore sicurezza energetica al nostro Paese. L´Unione europea pone agli Stati membri ben altri obiettivi, che non vengono affatto citati dal Ministro ma sono recepiti pienamente in Spagna e Germania, Paesi a cui l´Italia dovrebbe guardare: incrementare del 20% la quantità di energia prodotta attraverso le fonti rinnovabili, riducendo della stessa percentuale sia le emissioni in atmosfera che i consumi».

«Il Governo - aggiunge - è ancora alla politica degli annunci, ma sarebbe una scelta irresponsabile quella di centralizzare le competenze sull´energia e di ignorare le indicazioni europee, privilegiando il nucleare al posto delle rinnovabili. Quella nuclearista è una scelta che dà un basso contributo alla sicurezza energetica del Paese, non ha ancora risolto il problema dello smaltimento delle scorie, degli altissimi costi di realizzazione degli impianti e degli aiuti di Stato di cui necessita».

«In Toscana – dice sempre Bramerini – abbiamo scelto la strada diametralmente opposta: decentrare ancora, coinvolgendo a pieno titolo sia le Province che i Comuni nella redazione di veri e propri piani energetici locali, in linea ed in attuazione concreta degli obiettivi posti da quello regionale, che abbiamo da poco approvato e che recepisce in pieno le indicazioni dell´Unione europea. Piuttosto, se volessero dare un contributo serio alla gestione della filiera energetica, dalla produzione, ai consumi, al risparmio e all´efficienza, il ministro e il Governo di cui fa parte potrebbero finalmente dotare l´Italia di un Piano energetico nazionale, visto che in sua assenza le Regioni si stanno facendo carico di colmare il vuoto causato dal livello centrale».

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