[16/09/2008] Consumo

Finanza e crack, è l´89 del liberismo?

LIVORNO. L’uragano Lehman non è passato e oggi si è abbattuto sulla borsa asiatica con gli indici guida in calo di oltre il 4%. Mitsubishi Ufj Financial lascia il 9,8%, Azora Bank il 19%, Kookmin Bank il 7,5%, Woori Finance Holding che controlla la seconda banca sudcoreana, ha perso il 9,9% per l´esposizione con Lehman. Male anche i petroliferi. Nel settore energia Inpex cede l´11%, Cnooc il 9,7%. «La crisi finanziaria non migliora e sembra sempre peggiorare - commenta un operatore le cui dichiarazioni sono riprese dall’Ansa - la Fed taglierà i tassi - prevede - per cercare di calmare le acque».

Tutti col segno meno gli indici dei titoli guida delle principali borse di Asia e Pacifico: - Tokyo -4,95% - Hong Kong -5,90% - Shanghai -4,82% - Taiwan -4,89% - Seul -6,10% - Sydney -1,39% - Bombay -2,29% (seduta in corso) - Singapore -1,44% (seduta in corso) - Kuala Lumpur -2,10% - Giakarta -4,17% - Bangkok -3,96%.

Sempre in Asia ieri, precisamente in Indonesia, ressa per l’elemosina con 23 persone morte per due euro. Come reagirà la borsa?

Se a qualcuno questa osservazione sembra una forzatura, magari ideologica, rispondiamo che purtroppo è carne su carne. Tutti quei numeri che cambiano continuamente sui pannelli delle borse mondiali sono (sarebbero) legati alle attività umane. Ma purtroppo lo sono molto di più alle percezioni umane indotte da società di rating che annusano l’aria in giro e indicano dove si creano occasioni di business e da dove invece bisogna subito correr via. Una semplificazione, certo, ma come non incrociare fatti che accadono contemporaneamente su questo pianeta e che vedono da una parte bruciare 120 miliardi di euro in un nano secondo e dall’altra morire delle persone dopo lunga agonia per un paio di euro?

La famiglia di Syaikhan, racconta l’Unità, «distribuisce ogni anno la propria elemosina per «acquistare più meriti agli occhi di Dio e anche perché non si fida degli intermediari». Tutti in fila, a centinaia quindi, davanti al cancello di casa dei benefattori per prendere qui pochi spiccioli a andare subito al mercato a comprare da mangiare e magari, vista la giornata di festa, un dolce per i figli.

Improvvisamente però qualcuno si è sentito male per il caldo, oppure ha cominciato a spingere, fatto sta che si è scatenato il panico e dopo il caos a terra sono rimaste 23 persone per lo più donne. Ma qui, ricorda Francesca Marino, è normale mettersi in fila per chiedere l’elemosina e se finisce in tragedia neanche i parenti delle vittime si disperano. Come se fossero assuefatti.

Assuefatti come ci sembrano la maggior parte dei governi del mondo, incapaci (per non dire contrari) di far funzionare il mercato e riorientarlo veramente in modo più equo e sostenibile in modo che non approfitti più e in modo così devastante dei Paesi dove le vite delle persone e il loro lavoro (tutto a beneficio dell’altra parte del mondo) conta meno di niente. La teoria (favola) economica del trickle down è fallace. Le fasce deboli delle popolazioni non ne beneficiano un gran che in occidente, figuriamoci in Indonesia paese che, va ricordato, non difetterebbe neppure di materie prime essendo il secondo esportatore di gas mondiale e ha buone risorse di petrolio, stagno, rame e oro. L’economia indonesiana, tra l’altro, si è stabilizzata dagli anni 90, ma come si vede qualche cosa ancora non funziona…

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