[15/09/2008] Consumo

Parbleu! La Francia insiste con le ecotasse contro l´usa e getta

LIVORNO. Mentre in Italia ci si prepara alla grande rivoluzione che porterà nel 2010 a mettere fuori commercio gli shopper in plastica (ma serve un decreto attuativo, e di questi tempi appare tutt’altro che scontato), la Grenelle dell’ambiente voluta da Sarkozy (Nella foto) in Francia mette in cascina un altro progetto che se verrà realizzato sarà l’ennesima dimostrazione di come possa essere orientata in modo sostenibile l’economica.

L’ultima trovata dell’attivissimo ministro dell’ambiente e dei trasporti (anche l’accostamento delle due deleghe pare significativo di per sé) Jean Luis Borloo, è quella di tassare tutti i prodotti usa e getta e per questo motivo è stata un po’ furbescamente chiamata “tassa sul picnic”. In realtà non ci sarebbe nulla di più normale e logico di un sovrappiù di qualche centesimo da pagare per ogni prodotto destinato a vita breve e che per questo motivo costa molto di più dal punto di vista del suo smaltimento o nella migliore delle ipotesi recupero. Anche perché ciò corrisponderebbe esattamente al principio contenuto nelle direttive europee per cui "chi inquina paga".

La nuova tassa ecologica a cui sta lavorando il governo francese (intenzionato a varare anche il bonus malus ecologico per i prodotti tecnologici durevoli ma che in realtà appunto durano sempre di meno), mira invece a colpire piatti e bicchieri di plastica, rotoli d’alluminio, utensili e poi tutti gli imballaggi: in pratica cioè si va a colpire il cuore del consumerismo d’assalto degli ultimi decenni del secolo scorso (e non solo), ovvero l’usa e getta sempre e comunque e il packaging selvaggio unicamente finalizzato alla comunicazione pubblicitaria.

I pochi centesimi di ecotassa da aggiungere, sia nel caso della futura tassa sul picnic sia quella sull’ecobonus, avranno quindi una doppia valenza: da una parte contribuiranno ad educare in senso ecologico i cittadini, dall’altra saranno utilizzati per coprire almeno in parte i costi della raccolta differenziata e del recupero laddove sarà possibile effettuarlo.

Vedremo in concreto se e quando i francesi riusciranno a varare leggi di questo tenore (e a praticarle effettivamente), ma il fatto significativo è che siamo in presenza di un governo che macina idee sostenibili che possono portare ad un adeguamento da parte del mercato. Esattamente il contrario di ciò che spesso (non sempre e lode agli esempi virtuosi) avviene in Italia dove quando si parla di ridurre gli imballaggi e sviluppare la vendita di prodotti sfusi alla spina, le poche proposte vengono direttamente dai produttori o dalla grande distribuzione, che però, ovviamente, leggono queste iniziative al pari di tutta una serie di possibili strategie per vendere di più. E nemmeno tra quelle più convenienti, a giudicare dagli investimenti sui rari punti vendita alla spina e dai 5 miliardi che invece in un anno sono stati spesi per la comunicazione pubblicitaria in store.

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