[12/09/2008] Comunicati

Economia, il dovere dei governi è essere ambigui?

LIVORNO. L’economista Giacomo Vaciago oggi sul Sole 24 ore si prende l’editoriale per insegnare ai politici a non spaventare ai cittadini, a parlare meno dei problemi e più dei rimedi, a evidenziare sempre il bicchiere mezzo pieno e invitando a imitare il ministro Tremonti a Cernobbio e Berlusconi che nell’incontro londinese ha magnificato la solidità e la crescita dell’Italia, e la ricchezza degli italiani rappresentata dall’enorme numero di telefonini e dall’abbondanza di auto sulle strade. Il sorriso a 360 gradi di Berlusconi quindi sembra essere sdoganato da Vaciago quale comunicazione ottimale: «il primo dovere delle autorità – scrive - è quello di realizzare una gestione sapiente delle aspettative degli operatori, sia con una valutazione corretta della situazione economica, sia con un’indicazione, sempre, dei rimedi e non solo l’elenco dei guai».

Tutto bene quindi, anche se le cifre direbbero tutt´altro, almeno stando ai canoni classici - cui Vaciago fa riferimento - degli indicatori economici: ieri Bruxelles ha sancito la stagnazione, perché le stime delle Commissione Ue parlano per l´Italia di una crescita, come scriveva il Sole 24 Ore, «ai minimi dal 2003» mentre l´ Istat ha rivisto al ribasso (da zero a meno 0,1 per cento) il pil del secondo trimestre. E oggi è Confesercenti ad annunciare che «i consumi delle famiglie italiane sono sull´orlo della recessione» nel rapporto redatto in collaborazione con il Ref che calcola «un calo drastico rispetto al +1,4% segnato lo scorso anno. Non solo, guardando ai consumi a prezzi costanti, cioè al netto dell´inflazione, la flessione è ancora più significativa e pari, quest´anno, a -0,4%».

Abbiamo detto più volte che le percentuali, le stime, le statistiche, sono dati significativi se analizzati nella loro evoluzione nel tempo, ma producono soltanto incertezza e confusione quando vengono seminati sulle pagine dei giornali un giorno sì e uno no, variando di zero virgola, per compiacere la necessità di apparire da parte dell´enti e dell´associazione di rappresentanza di turno, e delle agenzie che da questi vengono pagate per fare analisi di mercato. Agenzie che poi si limitano a registrare una situazione basata su indicatori quali il pil che se utili a registrare appunto le variazioni dello zero virgola, poco hanno a che vedere con la qualità della vita o la sostenibilità ambientale. Ma la correzione che suggerisce Vaciago, non è quella di rivedere gli indicatori magari cominciando a contemplare la qualità della vita e la contabilità ambientale oltre al pil, e neppure quella di limitare la frequenza con cui questi scostamenti percentuali dal pil vengono forniti e meno che meno di individuare uno standard che permetta di fornire la massima trasparenza dell’informazione ai cittadini.

Vaciago propone bensì una sorta di strategia a metà tra il simulator ac dissimulator catiliniano e il Machiavelli: perché «da quando in qua i governi sono eletti per spaventare i cittadini?» si chiede l’economista, che evidentemente non si pone problemi morali nell’utilizzare la psicoanalisi per il fine di governare che giustifica il mezzo. Questa strategia del “dare fiducia” ad ogni costo l’ha analizzata bene la psicoanalista Simona Argentieri nel suo ultimo libro, chiamandola però con i suoi veri nomi: «Ambiguità e malafede sempre più si configurano come tratti dominanti della nostra epoca a livello individuale e collettivo – si legge nella quarta di copertina di L’ambiguità (Einaudi 2008) - nelle relazioni amorose e in quelle sociali, nella politica e nella bioetica. Sono al tempo stesso una nevrosi e un piccolo crimine, al confine tra la patologia e l´etica».

Essere ambigui significa quindi evitare il conflitto, il senso di colpa, la fatica della coerenza, lasciando convivere dentro di sé identità molteplici. «Gli atteggiamenti mentali subdoli e sfuggenti nascondono falle del pensiero minime, ma non per questo innocue, in grado di inquinare, attraverso messaggi obliqui, i legami sociali, le stesse regole della convivenza civile, minando la fiducia tra i singoli come tra i gruppi organizzati, i cittadini e le istituzioni. È un dissimulare lieve, al limite tra conscio ed inconscio nel quale l´inganno viene fatto anche a se stessi….

Al punto che può far scambiare la frequenza statistica con la normalità».

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