[04/09/2008] Trasporti

Forum Sbilanciamoci, Marcon su Tata: «India sotto scacco multinazionali»

LIVORNO. Come riportato anche da greenreport, la fabbrica della Tata in India, quella che dovrebbe produrre la Nano, è ferma a causa della rivolta dei contadini, e i padroni minacciano di chiudere tutto. Il tema è stato affrontato oggi a Torino durante il forum di Sbilanciamoci!.
«Dopo 10 giorni di picchetto nonviolento - afferma dall´India la sindacalista Anuradha Talwar - l´annuncio della Tata di sospendere la produzione è una mossa tattica, che punta a dividere il popolo e mobilitare l´opinione pubblica contro i contadini».

Anuradha doveva essere in questi giorni ospite del Forum di Sbilanciamoci per incontrare i sindacati italiani e internazionali e far conoscere la verità di una vicenda oscurata dai media, ma ha preferito esser presente al tavolo delle trattative.
L´arrivo di Tata nel Bengala occidentale ha di fatto stravolto la vita della comunità agricola. Il governo ha accolto l´industria a braccia aperte e requisito terre fertili in cambio di somme ritenute esigue, che molti hanno decisamente rifiutato: «Il denaro finisce presto, e dopo cosa mangeremo?». Non tutti hanno accettato la fumosa prospettiva di essere assunti come operai, o creduto alla favola dei benefici dell´indotto. Così ha preso vita un movimento di resistenza che da mesi lotta «non per far chiudere tutto, prosegue Anuradha, ma per ottenere un risarcimento equo e garanzie sul proprio futuro».
«E´ un meccanismo tristemente noto, il ricatto della grande azienda che porta lavoro e ricchezza ma non vuole condizioni - afferma Giulio Marcon. In tutto il mondo globalizzato i governi, specialmente quelli dei paesi più poveri, sono sotto scacco delle multinazionali e non sembrano avere strumenti per far valere i diritti dei popoli. Tata ha preteso per il proprio impianto una delle aree più produttive perché ben servita dalle infrastrutture e fornita di acqua ed energia, e l´India ha chinato il capo in nome dello sviluppo, calpestando i propri cittadini pur di fornirli di un´automobile».

E questo è l´altro nodo della questione. Nei piani di Tata, dovevano uscire dalla fabbrica a pieno regime 350mila Nano, le macchinine super economiche che avrebbero avviato la motorizzazione di massa di un paese da un miliardo e mezzo di abitanti.

Tutto questo malgrado sia vicina la fine del petrolio, l´inquinamento ci soffochi e il nostro pianeta sia al collasso. Come sostiene da tempo Guido Viale, esperto di mobilità, ospite domani pomeriggio al Forum nella sessione «Tutti in autobus», continuare a scommettere su una crescita senza fine delle auto in circolazione, pensando a indiani e cinesi come gli automobilisti del futuro, è pura follia. Oggi che i dati mostrano un crollo delle vendite nel settore auto, è necessario e urgente costruire un nuovo modello che superi la mobilità privata, se vogliamo continuare a respirare, coltivare e riscaldarci.

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