[03/09/2008] Urbanistica

Firenze: il progetto tramvia riapre la campagna per le comunali

FIRENZE. Avverrà probabilmente a Roma, entro il mese di settembre, l’incontro tra il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi e il comitato tecnico sulla tramvia fiorentina. Il principale casus belli sembra essere ancora il passaggio della tramvia in piazza San Giovanni, cioè accanto al duomo e al battistero del capoluogo toscano. In occasione del confronto con il ministro-ombra dei Beni culturali, Vincenzo Cerami, alla festa del Pd, il ministro Bondi ha ribadito le sue perplessità: «sono profondamente convinto che il progetto che prevede il passaggio della tramvia accanto al duomo debba essere approfondito e discusso ancora», si legge nell’articolo che “La Nazione” di oggi dedica alla vicenda. E prosegue il ministro: «c’è stato un referendum in cui i cittadini si sono espressi contro questa ipotesi e io credo sia giusto tener conto di quel risultato. Certo è un problema che riguarda la città, ma il compito del ministero in questo caso è quello di tutelare una piazza patrimonio del mondo come è quella dove sorgono il duomo e il battistero».

Allora partiamo da questo: il referendum consultivo a carattere comunale che avvenne il 17 febbraio scorso godette della partecipazione di meno di 4 fiorentini adulti su 10: prese parte al voto, infatti, il 39,36% degli aventi diritto. Tra i partecipanti, il 53,84% dei votanti si dichiarò contrario alla linea 2 che collegherebbe Peretola a Piazza della Libertà, passando appunto in Piazza San Giovanni, mentre votò a favore il 46,16%. Sul quesito sulla linea 3 che dovrebbe collegare Careggi a viale Europa espresse la sua contrarietà il 51,87% dei votanti, e a favore il 48,13%.

Ma il referendum, al di là dell’affluenza ridotta, fu obiettivamente inficiato dall’ossessivo battage che fu portato avanti dagli oppositori al progetto-tramvia, in particolare da una capillare e organizzata diffusione di informazioni (volutamente?) false: ne è un esempio l’immagine foto-montata che vediamo, dove le dimensioni delle vetture sono visibilmente alterate rispetto alle previste proporzioni reali. Ciononostante, l’immagine fu tra le più citate e riprese dai media generalistici, senza che mai si leggessero avvertimenti riguardo alla mancanza di scala nelle proporzioni. E chiunque abbia buona memoria ricorderà lo slogan «non è una tramvia, è un treno», che divenne caposaldo della propaganda anti-tramvia: il fatto che un treno si estenda solitamente per centinaia di metri, mentre il modello “Sirio” che sarà adottato a Firenze sia lungo 32 m (con ingombro orizzontale e dimensioni peraltro molto minori di una vera vettura ferroviaria), passò decisamente in secondo piano davanti alla diabolica potenza di tale slogan. E dall’altra parte, fu evidente l’insufficiente impegno che il comune di Firenze aveva riposto negli aspetti di informazione e partecipazione della cittadinanza al progetto per la nuova mobilità.

Il problema di fondo, lo sappiamo, sta nell’oggettiva importanza politica che rivestirebbe una eventuale (e secondo i sondaggi ancora piuttosto improbabile) vittoria del centrodestra alle comunali di Firenze della primavera 2009, dopo la risonante vittoria alle comunali di Roma da parte dell’attuale sindaco Alemanno. E quindi, pur volendo dare credito alla sincera volontà del ministero dei Beni culturali di proteggere quello che è effettivamente un patrimonio dell’umanità, e cioè il centro di Firenze ed in particolare piazza San Giovanni, non si può non annusare, anche in questo caso, quel profumo di battaglia politica nazionale, anzi quel cattivo odore di strumentalizzazione che aleggia intorno alla questione riguardante il passaggio delle vetture accanto al duomo.

Chiunque conosca la peculiarità del tessuto urbano fiorentino, sa infatti, che le cose sono due: o la linea tramviaria passa accanto al duomo (nello stesso punto dove oggi passano tutte le principali linee di autobus del capoluogo: l’1, il 6, il 17, il 23, e altre decine di tratte fondamentali per la viabilità pubblica), per poi dirigersi verso piazza San Marco, oppure la tramvia non ha ragione di esistere, poichè la direttrice duomo-San Marco (via Martelli-via Cavour) è l’unica sufficientemente larga a permettere il passaggio della linea tramviaria in superficie. Le altre strade ad essa parallele (via Ginori, via Ricasoli, via dei Servi) sono infatti troppo strette per permettere il passaggio di due vetture nelle due direzioni.

L’ipotesi prospettata recentemente di ridurre a una le linee ferrate che passerebbero per il Duomo, adottando una sorta di senso alternato, non ha incontrato la chiusura del ministro («sarebbe già un passo avanti rispetto alla proposta precedente»), ma la smentita da parte del vice-sindaco e assessore alla Mobilità Giuseppe Matulli riguardo alla effettiva possibilità di adottarla ha riportato la discussione al punto di partenza, in attesa del previsto incontro che speriamo avvenga davvero al più presto.

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