[02/09/2008] Rifiuti

Ue: nuovi livelli massimi di residui di parassitari su e nei prodotti vegetali e animali

LIVORNO. Con l’inizio del mese di settembre gli Stati membri dovranno rispettare nuove regole per l’uso degli antiparassitari perché proprio dal primo di questo mese il nuovo regolamento sui livelli massimi di residui (Lmr) di antiparassitari su o nei prodotti alimentari, sui o nei mangimi di origine animale e vegetale è entrato in vigore.

Per più di 350 tipi di prodotti sia di origine vegetale (frutta fresca e secca, ortaggi freschi e congelati, cereali, , legumi, funghi, piante aromatiche, spezie, semi oleosi, tè, caffè, infusi di erbe e cacao), sia di origine animale (carni, organi interni, uova e latte) l’Ue uniforma i livelli di 152 sostanze attive utilizzabili nella Comunità e modifica tre allegati (II, III, IV) del precedente regolamento ( n. 396/05).

Il nuovo e il vecchio regolamento riguardano direttamente la sanità pubblica ed è rilevante ai fini del funzionamento del mercato interno. Le disparità tra i livelli massimi di residui di antiparassitari fissati a livello nazionale possono costituire un ostacolo agli scambi di prodotti contenenti le sostanze attive ammesse al commercio e di prodotti da essi derivati tra gli Stati membri e tra i paesi terzi e la Comunità. Quindi, nell’interesse della libera circolazione delle merci, delle pari condizioni di concorrenza tra gli Stati membri e di un elevato livello di tutela dei consumatori, l’Ue ha fissato (e ora aggiorna) su scala comunitaria i Lmr per i prodotti di origine vegetale e animale, “tenendo conto della buona pratica agricola”. E per farlo ha scelto lo strumento giuridico del regolamento, perché non deve essere recepito dallo Stato, ma è esecutivo immediatamente ed è da applicare (in tutte le sue parti) contemporaneamente e in modo uniforme in tutta la Comunità.

La produzione e il consumo di prodotti di origine vegetale e animale rivestono grande importanza nella Comunità. Ma la resa della produzione vegetale è costantemente minacciata da organismi nocivi. L’impiego di sostanze attive nei prodotti fitosanitari (cioè antiparassitari) è uno dei metodi più comuni di protezione dei vegetali e dei prodotti vegetali dall’azione degli organismi nocivi.
L’impiego di tali sostanze può tuttavia comportare la presenza di residui nei prodotti trattati, negli animali nutriti con tali prodotti e nel miele prodotto da api esposte a tali sostanze. Residui che spesso hanno una elevata tossicità che può provocare effetti nocivi anche sulla salute umana oltre che sull’ambiente (al pari di altri elementi inquinanti come ad esempio le diossine prodotte dall’incenerimento dei rifiuti).

Proprio per questo una qualsiasi sostanza attiva prima di essere ammessa alla commercializzazione deve essere analizzata oltre che autorizzata: gli effetti sulla salute e sull’ambiente della sostanza attiva vengono valutati prima dal singolo Stato che riceve la richiesta di iscrizione dalla società interessata e poi - dopo la conferma della completezza del fascicolo da parte della Commissione Ue - dagli altri Stati e dalla stessa Commissione.
E proprio perché la priorità è la salute pubblica rispetto agli interessi di protezione dei vegetali, per l’Ue è necessario che tali residui non siano presenti a livelli tali da comportare rischi inaccettabili per l’uomo e, se del caso, per gli animali. Quindi fissa nuovi livelli e gli uniforma per ciascun antiparassitario compatibilmente con la buona pratica agricola.

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