[28/08/2008] Energia

L´energia in Italia fotografata dall´Istat: quanto lavoro per gli energy manager!

LIVORNO. «Nel 2007, nei 111 comuni capoluogo di provincia, il consumo pro-capite di gas metano per uso domestico e per riscaldamento è diminuito del 6,9% rispetto all’anno precedente, attestandosi sui 366,5 m3 per abitante, mentre il consumo pro-capite di energia elettrica per uso domestico è aumentato del 4,5%, raggiungendo il valore di 1.202,0 kWh per abitante». Lo sostiene l’Istat nell’indagine sugli indicatori ambientali urbani che, oltre agli Uffici di statistica comunali, ha coinvolto altri organismi operanti sul territorio comunale

Grazie alle temperature più miti registrate nell’inverno del 2006-2007, spiega l’istituto, si assiste a un’ulteriore diminuzione dei consumi domestici di gas metano, che risultano attualmente inferiori a quelli dell’anno 2000. Nel periodo estivo invece, le temperature sono rimaste vicine ai valori climatici del periodo 1961-1990, anche se la maggiore diffusione dei condizionatori di aria, dopo una pausa durata due anni, ha fatto registrare un aumento dei consumi pro-capite di energia elettrica per uso domestico. Non è stato però raggiunto il picco di consumo registrato nell’anno 2004, subito dopo l’estate torrida del 2003.

Nel 2007, tra i 111 comuni esaminati, 54 hanno un livello di consumo pro-capite di gas metano superiore alla media, ma solo 12 di questi mostrano un incremento dei consumi rispetto al 2006. Parma, in particolare, presenta il consumo di gas pro-capite più alto (904,0 m3 per abitante), seguita da Varese (899,3), Padova (871,3) e Como (806,5). Sul fronte opposto, Reggio di Calabria è il comune con il consumo di gas metano più basso (33,4 m3 per abitante), ma qui la metanizzazione ha avuto inizio solo nel 2004, mentre le città della Sardegna non hanno alcuna rete di distribuzione. Coerentemente con la diminuzione del consumo procapite medio, in ben 84 comuni dei 111 esaminati si verifica una diminuzione percentuale dei consumi di gas metano rispetto all’anno 2006; in 63 casi tale diminuzione risulta anche più marcata di quella media. In controtendenza Reggio di Calabria, Cremona, Firenze, Pisa, Pistoia, Lodi e Avellino evidenziano incrementi superiori al 10%.

Per quanto riguarda l’energia elettrica, in 37 comuni si registrano livelli di consumo pro-capite superiore alla media; in 23 di questi comuni si rileva anche un tasso di incremento del consumo superiore a quello medio. Durante il 2007 solo 15 comuni presentano un calo nei consumi di energia elettrica e, tra questi, la diminuzione più accentuata è a Sanluri (-7,5%), seguito da Verona (-6,4%) e Torino (-6,3%). Gli aumenti più elevati si osservano, invece, a Bergamo (20,9%) e Lecco (18,9%). In quest’ultimo anno Campobasso è il comune con il più basso consumo pro-capite di energia elettrica, con 896,1 KWh per abitante, mentre Olbia è quello con il livello di consumo più alto (1.791,2 KWh per abitante).

Da segnalare – prosegue l’Istat - un’attenzione sempre maggiore da parte delle amministrazioni comunali alle problematiche connesse ai consumi energetici, con un ricorso più frequente a fonti di energia rinnovabili o alternative: diversi comuni del Nord Italia hanno predisposto in misura crescente forme di teleriscaldamento e il numero di tali comuni è passato da 6 nel 2000 a 15 nel 2007. Per quanto riguarda l’energia da fonte rinnovabile, va sottolineato l’utilizzo, diffuso in Italia indipendentemente dalla collocazione geografica, tanto del solare termico quanto del fotovoltaico. Si parla comunque di piccoli numeri, infatti per il solare termico, i metri quadri installati per 1.000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01 nel 2000 a 0,24 nel 2007 e contemporaneamente il numero di comuni che dichiara di installarli è passato da 3 a 31. Sono autodichiarazioni e più del numero specifico conta il trend che per fortuna è crescente. Segnaliamo tuttavia che ad esempio in Toscana l’estensione dei pannelli solari termici (per riscaldare l’acqua) installati sugli edifici comunali dal 2006 al 2007 è pari a 0, con l’unica eccezione di Livorno che nel 2006 e nel 2007 ha 0,1 metri quadrati per 1000 abitanti. La media italiana è 0,24 nel 2007.

Meglio invece la “potenza dei pannelli solari fotovoltaici installati sugli edifici comunali” sempre tra il 2000 e il 2007. In Toscana dopo quattro anni (dal 2000 al 2003 compresi) di niente, nel 2004 Prato ha fatto da apripista con uno 0,3 che è andato crescendo lievemente con un boom nel 2007 che l’ha portata a 3,2 prima in Italia ben oltre la media del 2007 pari a 0,2. Fermi al palo Massa, Pisa, Livorno, Arezzo e Siena, che però quest’anno si stanno muovendo anche se i dati non sono ancora disponibili. Grosseto è fermo da tre anni allo 0,2.

Complessivamente sul versante del fotovoltaico, nel 2007, ben 45 comuni, sui 111 oggetto della rilevazione, dichiarano di ricorrere all’impiego di tale tecnologia: attualmente la potenza media installata sugli edifici comunali è pari a 0,20 kW ogni 1.000 abitanti. Nel 2000 tale potenza media era praticamente nulla ed un solo comune, Palermo, dichiarava di utilizzare pannelli fotovoltaici sui propri edifici. Nel 2007 il Piano Energetico Comunale15 (PEC) risulta approvato in 29 comuni, 18 al Nord e 11 nel Centro-Mezzogiorno. La situazione è migliorata sia rispetto al 2006 che al 2000, quando risultavano, rispettivamente, 26 (tre in meno) e 16 comuni (13 in meno).

Per quanto riguarda infine i “Consumi di energia per uso domestico per i comuni capoluogo di provincia” anni 2000-2007 in Toscana l’anno passato cinque province su dieci sono sotto la media nazionale pari a 2.337,7 KWh per utenza. E sono Massa (2.062,9); Firenze (2.188,8); Livorno (2.249,8); Pisa (2.133,3); Siena (2.102,6). Oltre la media Lucca (2.517,6); Pistoia (2.371,4); Prato (il capoluogo di provincia più alto con 2.595,9); Arezzo (2.405,8) e Grosseto (2.060,4).

Difficile dire quanto le iniziative prese negli anni per ridurre i consumi, se ci sono state e dove ci sono state, abbiamo dato dei risultati perché il trend dal 2000 al 2007 è in aumento seppur lieve e con diversi alti e bassi. Qui comunque gli energy manager, ad esempio, dovrebbero e potrebbero lavorare per ottenere risultati migliori.

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