[27/08/2008] Comunicati

Pil e benessere percepito: l´Isae prova a cogliere il nesso (con sorprese)

LIVORNO. Se c’è chi ha provocatoriamente riscritto la classifica del medagliere delle olimpiadi di Pechino incrociando alle medaglie anche la popolazione e il pil (per la cronaca, prima la Giamaica di Bolt, solo 19esima la Cina, dietro anche all’Italia 16esima), c’è anche chi sui numeri e le statistiche lavora quotidianamente e comincia – seppur sperimentalmente – ad affiancare alle consuete analisi sui Pil anche quelle sul benessere e la qualità della vita.

Del resto già negli anni ’60 Kuznets (1962) faceva osservare che il Pil non tiene conto di aspetti fondamentali del benessere sociale legati alla qualità della crescita e all’evoluzione di attività non di mercato: così ad esempio il Sistema dei Conti Nazionali non considera il valore del tempo libero, delle attività ricreative, del lavoro casalingo e dell’autoproduzione; analogamente, la crescita di breve termine può avvenire a scapito, nel lungo periodo, della dotazione di capitale sociale (con possibili aumenti delle disuguaglianze) e naturale (con possibili effetti legati all’inquinamento e all’esaurimento delle risorse).

Per questo motivo, negli ultimi anni si è sviluppato a livello internazionale un forte dibattito sull’opportunità di integrare i conti nazionali con informazioni su dimensioni del benessere sociale trascurate dalle misure tradizionali. Così l’Isae, in collaborazione con il dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Cassino, ha deciso di inserire in via sperimentale all’interno della propria indagine sui consumatori una domanda volta a misurare il grado di benessere soggettivamente percepito dagli intervistati, seguendo così l’esempio di analoghe indagini condotte a livello internazionale (Eurobarometro, World value survey…).

Lo studio assume ancor più significato se si considera che Isae è un ente pubblico di ricerca che svolge principalmente analisi e studi a supporto delle decisioni di politica economica e sociale del Governo, del Parlamento e delle Pubbliche Amministrazioni.

Nell’inchiesta Isae è stato chiesto ai consumatori (su un campione di 2mila intervistati) di indicare il grado di soddisfazione verso la propria vita, espresso su una scala verbale a cinque modalità, comprese tra l’”estremamente soddisfatto” e l’”estremamente insoddisfatto”.
La quota di italiani soddisfatti risulta pari al 54%, ma quello che appare interessante da analizzare sono le significative variazioni interpersonali in funzione di fattori demografici e socio-economici.

Circa il primo punto, gli uomini sono in genere leggermente più “felici” delle donne (56 contro 52%); guardando poi alla struttura della famiglia, solo il 30% dei single si considera soddisfatto, contro il 58% di quanti appartengono a nuclei composti da 4 o più persone.

Coerentemente, la soddisfazione cresce all’aumentare del numero di figli, soprattutto per le famiglie con figli compresi nella fascia d’età 14-18 anni. Risultati meno netti emergono invece guardando al grado di soddisfazione per età: i più soddisfatti (oltre il 63% degli intervistati) sono i quarantenni, seguiti da quelli nelle classi di età 18-29 e 30-39 anni; la soddisfazione mostra poi un andamento altalenante, raggiungendo un minimo per i più anziani.

Il grado di soddisfazione è inoltre nettamente crescente quanto più è elevato il titolo di studio conseguito, con il 73% dei laureati “soddisfatti” contro solo il 20% di quanti non hanno neanche la licenza elementare; dall’altro lato, i lavoratori indipendenti sono nettamente più “felici” dei dipendenti. Tra questi ultimi, inoltre, gli occupati con un contratto a tempo determinato (45%) sono senza dubbio meno soddisfatti di quelli a tempo indeterminato (60%), anche se questo ultimo particolare probabilmente non interesserà troppo a Scajola, che sui quotidiani di oggi dichiara che il vero problema della competitività dell’impresa italiana sono i posti di lavoro fissi: la flessibilità infatti sarebbe la risposta alla crisi per continuare a far crescere il Pil, in barba a benessere e qualità della vita.

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